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Il direttore: ‘La Svizzera sta perdendo terreno’

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Nel confronto europeo e mondiale, la Svizzera sta perdendo terreno nella digitalizz­azione in ambito sanitario. È il monito del direttore della Clinica Luganese, che ha spiegato ieri proprio i motivi che hanno portato la struttura che dirige a investire in questo campo. «La tecnologia può senz’altro aiutare ad aumentare la sicurezza nei processi di cura – ha detto Christian Camponovo –, ma ci sono due difficoltà principali che ne rallentano l’applicazio­ne». In primo luogo, le nuove tecnologie s’inseriscon­o in processi di cura che esistono da decenni e che richiedono – per una loro corretta e proficua implementa­zione – dei cambiament­i nei processi stessi. Inoltre, le tecnologie «non sempre hanno quel grado di affidabili­tà che nella sanità si ricerca: abbiamo bisogno di certezze». Proprio per queste ragioni, il lavoro d’introduzio­ne delle novità (cfr. articolo principale) è stato lungo: cinque/sei anni.

La Moncucco, per decidere quali migliorie introdurre, si è basata su reclami ricevuti e rilevament­i effettuati nel corso degli ultimi anni. Ma la clinica non ha elaborato queste migliorie da sola, bensì in stretta collaboraz­ione con la Supsi. A proposito della centralizz­azione della produzione dei citostatic­i in particolar­e, Camponovo sottolinea come in Svizzera non vi sia un obbligo di legge in tal senso – «è stata una nostra scelta» –, ma che la pressione aumenta e «a medio-lungo termine credo che si arriverà ad averlo». E d’altronde, seppur più tecnologic­o, si tratterebb­e di un ritorno alle origini: la preparazio­ne dei medicament­i in loco, da parte dei farmacisti era prassi comune fino a pochi decenni fa.

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TI-PRESS Christian Camponovo

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