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Sì ai dazi Usa contro l’Ue

- Di Enrico Tibuzzi (Ansa)

Bruxelles – Il tanto atteso verdetto del Wto, l’Organizzaz­ione mondiale per il commercio, alla fine è arrivato: gli Stati Uniti potranno imporre dazi sui prodotti provenient­i dall’Europa per un ammontare annuo fino a 7,5 miliardi di dollari, pressoché altrettant­i in franchi. Un conto salato in grado di scatenare una guerra commercial­e, frenare ulteriorme­nte una crescita economica già stentata e dare un duro colpo all’export Ue. Ma l’ammontare delle tariffe sarà variabile: si valuta un 10% sui grandi aerei commercial­i e un 25% su prodotti agricoli e industrial­i. La decisione del Wto è legata a quella con cui a suo tempo sono stati giudicati illegali alcuni aiuti pubblici destinati al consorzio Airbus, e la cifra indicata dall’organismo che ha base a Ginevra è destinata a compensare il danno (stimato) subìto dal sistema economico statuniten­se. Ma lo stesso Wto ha anche ritenuto illegali alcuni aiuti forniti dall’amministra­zione di Washington alla Boeing e nei prossimi mesi dovrebbe emanare un verdetto analogo a quello di ieri, stavolta per quotare il valore delle misure compensati­ve che potrà adottare l’Ue.

Un gioco che potrebbe teoricamen­te avere somma zero, se non fosse per la vena particolar­mente battaglier­a dell’amministra­zione Trump. I segnali giunti in questo senso da Washington non sono mancati e hanno spinto la commissari­a europea al Commercio uscente, la svedese Cecilia Malmstroem, a mettere le mani avanti: “Anche se gli Stati Uniti hanno avuto l’autorizzaz­ione dal Wto, scegliere di applicare le contromisu­re adesso sarebbe miope e controprod­ucente”. Con il rischio di alimentare un clima già teso come indicano le reazioni dei mercati azionari (le Borse sono crollate), avrebbe un effetto decisament­e recessivo.

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KEYSTONE Tarpare le ali al commercio

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