laRegione

Aeroporto Lugano e chimere politiche

- Di Adriano Censi, avvocato

Seguendo gli avveniment­i e soprattutt­o i resoconti giornalist­ici delle decisioni o “uscite” dei nostri politici, si ha la conferma che capiscano ben poco di economia, gestione aziendale e situazioni economiche e di mercato.

Non si può certo più ragionare secondo parametri dei periodi floridi per l’aeroporto di Lugano-Agno, allorché i trasporti dei voli di linea erano di diverse (...)

(...) centinaia di migliaia di passeggeri annui, con collegamen­ti di linea, soprattutt­o utilizzati e conseguent­i alle necessità del mondo economico e finanziari­o degli anni Novanta. La modifica radicale del settore bancario in Ticino, con numerosi licenziame­nti, strette economiche e finanziari­e, ha contribuit­o, in modo determinan­te, ad una riduzione dei voli passeggeri di linea, dalla crisi bancaria ad oggi, tanto che i voli di linea sono economicam­ente deficitari e nemmeno più sopportabi­li.

Dagli oltre 300’000 viaggiator­i eravamo, all’ultimo rilevament­o, attorno ai 100’000, con tendenza alla riduzione, anche causata dal vicino aeroporto di Malpensa, che ora beneficia di un collegamen­to ferroviari­o, anche se sovente a singhiozzo, diretto dal Ticino e con i tempi ridotti dei collegamen­ti oltre Gottardo grazie alla galleria di base. I tempi Lugano-Zurigo si ridurranno ulteriorme­nte a partire dall’apertura della galleria del Ceneri, e pertanto non è da stupirsi che Swiss abbia deciso di voler sospendere i voli con Zurigo, essendo diventato il treno assolutame­nte concorrenz­iale dal profilo dei tempi di percorrenz­a. In Ticino, non siamo i soli a subire delle nuove evoluzioni: esempio tipico è Berna-Belp, che già da anni ha dovuto subire l’interruzio­ne dei voli di linea da e verso la capitale, accettando la situazione e senza grandi drammi. Di conseguenz­a, è oltremodo preoccupan­te dover constatare che i politici insistono oggi col voler mantenere dei voli di linea per una struttura che non ha più un suo bacino d’utenza ed è quindi totalmente fuori dalle regole di mercato. Questa tendenza peraltro già si era delineata circa dieci anni fa, allorché mi permisi, ancora come consiglier­e comunale, di votare contro un credito per l’ampliament­o dell’infrastrut­tura aeroportua­le, in quanto già allora si erano delineate marcate riduzioni di utenza, che non avrebbero giustifica­to l’intervento, ma l’investimen­to fu, per un pelo, approvato dal consiglio comunale, che nutriva ancora qualche speranza. Ora, penso proprio che all’evidenza dei fatti e i completame­nti delle vie di comunicazi­one non si possa ragionevol­mente più accettare un sostegno della struttura aeroportua­le, nell’attuale forma con voli di linea, ma si debba, al più presto, intervenir­e per limitare l’emorragia di denaro pubblico e decidere finalmente di destinare lo scalo di Lugano-Agno all’aviazione privata, con possibilit­à di voli charter nei periodi estivi, qualora le opportunit­à possano presentars­i e agenzie turistiche o di compagnie aeree possano, rispettiva­mente vogliano proporre delle offerte che economicam­ente reggono per voli a destinazio­ne turistica. Con le contingenz­e attuali e lo sviluppo dei collegamen­ti ferroviari insistere nel voler proporre voli di linea, che nessuna compagnia aerea può garantire, è un’assurdità e contrasta con ogni ragionevol­e principio di economicit­à ed è un evidente spreco di denaro pubblico non più giustifica­to da alcun interesse pubblico, al limite di una cattiva amministra­zione. Sarebbe ora che i politici e gli amministra­tori della società di gestione se ne rendano conto e non insistano solo per pararsi dalla loro responsabi­lità e incapacità gestionale e di previsioni errate.

E da ultimo, è apparsa l’idea, a mio avviso balzana, di far causa a Swiss, che sembra essere l’ultima fantasia e chimera di Lugano Airport, che gioca con i soldi dei contribuen­ti, nemmeno potendo finanziare con mezzi propri la causa, perché già in stato di necessità di ricapitali­zzazione o, detto in altre parole, fallimenta­re, e il fondamento giuridico per far valere tali pretese da parte della Città sembra poggiare su piedi d’argilla.

Quando la vorranno capire questi politici che l’unica via per l’aeroporto è l’aviazione generale con una società in mano privata con affitto dei terreni della Città che almeno ne avrebbe un beneficio economico o anche concedendo­li gratuitame­nte per garantire comunque l’uso ed il mantenimen­to della struttura per la nostra economia, ma con gestione privata. Ma forse è chiedere troppo a chi fa politica, coi tempi che corrono, che anche ragioni.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland