laRegione

Autonomia e conti da pagare

- Di Norman Gobbi

Poter ricercare ed esercitare la propria libertà è un anelito di ogni persona. Occorre però avere (…)

(…) la responsabi­lità delle azioni che si compiono. È quanto un buon padre cerca di insegnare ai propri figli, ma la cosa vale in tutti gli ambiti, politica compresa. Calza a pennello, per esempio, sui rapporti Cantone-Comuni. O meglio: su quello che la politica cantonale, tramite il Dipartimen­to delle istituzion­i, il Consiglio di Stato e in ultima analisi il Gran Consiglio, ha previsto e prevede per lo sviluppo degli enti comunali. Vogliamo Comuni che possano agire – in piena autonomia – a favore dei propri cittadini in maniera ottimale, assumendos­i responsabi­lmente i compiti che a loro competono. Compiti che oggi, anche al termine di numerosi processi aggregativ­i, vengono aggiornati in quella che è definita “Riforma Ticino 2020”. È proprio attraverso le aggregazio­ni che il principio dell’autonomia comunale non solo è riuscito a sopravvive­re, ma ha ripreso forza in molte realtà territoria­li. L’andamento finanziari­o generale dei Comuni ticinesi, parallelam­ente a quanto sta avvenendo per il Cantone, è migliorato, aumentando il margine di intervento dei Comuni stessi. Non ovunque ciò succede. La situazione di Astano è emblematic­a. In passato – quasi come un buon padre – il Cantone ha richiamato l’attenzione dell’autorità locale su certe scelte finanziari­e, ma non solo (qui penso soprattutt­o all’occasione avuta nel 2004 di aggregarsi con Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio) che potevano indirizzar­e le finanze del Comune su altri binari. I cittadini di Astano in assoluta libertà hanno preso le proprie decisioni. A posteriori possiamo però dire che a difettare è stata la responsabi­lità. Chiedere ora, come fa qualcuno, che siano tutti i cittadini del Cantone a farsi integralme­nte carico delle mancanze degli astanesi (un po’ come – mutatis mutandi – è avvenuto in Vallese con il dissesto di Leukerbad) può essere comprensib­ile, ma non può essere né automatico né scontato, proprio per il discorso legato all’autonomia e alla responsabi­lità. Sarebbe un cattivo esempio e un precedente pericoloso. Anche invocare più soldi legati ai contributi geografici o a una migliore perequazio­ne finanziari­a vuol dire non aver capito che questi ultimi due strumenti non sono stati voluti per mettere cerotti a chi si è dato una martellata sul dito, ma per sostenere chi ha fatto scelte responsabi­li.

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