Alle Ffs mancano macchinisti
Le Ferrovie nazionali offrono un bonus a chi lavora nei giorni liberi. Emergono casi di burnout.
Carenza di personale alle Ffs: ogni giorno mancano in media 30 macchinisti, una situazione a cui l’azienda cerca di far fronte offrendo un bonus di 80 franchi ai dipendenti che lavorano durante i loro giorni liberi. Il sindacato denuncia: ci sono già i primi casi di esaurimento. Prendendo posizione su un articolo di ieri del ‘Blick’ un portavoce delle Ffs ha confermato che in diversi giorni della settimana la situazione “continua ad essere tesa”. Questo perché da una parte i macchinisti devono compensare i turni supplementari accumulati in estate, dall’altra perché a Briga (Vs) presso Ffs Cargo mancano persone a causa di numerosi casi di malattia. Finora solo in alcuni casi non è stato possibile organizzare i treni, ha indicato l’addetto stampa. Da parte sua il Sindacato svizzero dei macchinisti e aspiranti (Vslf) sostiene invece che sarebbe in forse lo stesso rifornimento ferroviario degli importanti stabilimenti di Visp (Vs) del colosso chimico e farmaceutico Lonza. Le Ffs hanno reagito con varie misure, fra l’altro anche staccando assegni di 80 franchi per chi si assume turni in più del dovuto. Presso la compagnia Bls – dove, stando a un portavoce, si ammette il problema dei macchinisti ma non lo si ritiene acuto – la gratifica è ancora più alta, pari a 100 franchi.
I rappresentanti dei lavoratori lanciano però l’allarme: “Vi sono già stati colleghi con sintomi chiari di burnout”, ha affermato il presidente del Vslf Hubert Giger in una newsletter interna. La pressione è tale che per soccorrere un macchinista è dovuta intervenire un’ambulanza. I sindacati puntano anche il dito contro i vertici delle Ffs: secondo Bruno Zeller, dirigente di Transfair, le numerose ristrutturazioni subite dall’azienda hanno reso il sistema non snello e performante, bensì debole e incline a subire problemi. “Non c’è più alcuna riserva”, ha affermato Zeller al ‘Blick’. E nessun aiuto arriverà in tempi brevi dalla digitalizzazione: Bls ha bloccato l’introduzione di un nuovo software che avrebbe dovuto permettere di pianificare meglio l’impiego del personale e del materiale rotabile. Un flop che all’impresa di trasporto pubblica – controllata per il 56% dal Canton Berna e per il 22% dalla Confederazione – è costato circa 20 milioni di franchi.