Trump arruola anche la Cina
Washington – Non solo l’Ucraina, Donald Trump si augura che anche la Cina voglia indagare sui Biden. Nel giorno della prima udienza alla Camera di un testimone dell’inchiesta di impeachment, il presidente statunitense ha sfidato la stampa e i Democratici, chiedendo pubblicamente a potenze straniere di mettere sotto inchiesta Joe Biden, suo principale rivale nella corsa alla Casa Bianca, e il figlio Hunter.
“Se fossi il presidente Zelensky, raccomanderei un’indagine sui Biden perché nessuno dubita che siano corrotti”, ha detto in una improvvisata conferenza stampa alla Casa Bianca. E, ove non bastasse, “anche la Cina dovrebbe iniziare un’indagine sui Biden perché quello che è successo lì è brutto come ciò che è successo in Ucraina”.
Sparate che avevano l’evidente scopo di subordinare gli aggiornamenti sulla procedura per l’impeachment al clamore che avrebbero sollevato. Procedura avanzata con la prima deposizione alla Camera di Kurt Volker che si era dimesso il giorno dopo la diffusione della denuncia della talpa sulla controversa telefonata di Trump a Zelensky. Denuncia in cui compariva il suo nome per aver messo in contatto un consigliere di Zelensky con Rudy Giuliani, l’avvocato di Trump che brigava per far indagare i Biden. Una trama in cui il presidente – secondo notizie del ‘Washington Post’ – ha coinvolto più volte anche il suo vice Mike Pence, vietandogli di andare alla cerimonia di insediamento di Zelensky a maggio e affidandogli a luglio, dopo la telefonata col presidente ucraino, l’incarico di dirgli che gli aiuti Usa sarebbero rimasti congelati senza un’azione più aggressiva contro la corruzione in Ucraina. Forme di pressione e messaggi in codice di cui Pence, giura il suo staff, era del tutto inconsapevole.