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‘Ai miei tempi giocare in Nhl era come fare l’astronauta’

- M.I.

Lugano – In oltre vent’anni di militanza nel massimo campionato, l’album dei ricordi di Julien Vauclair è zeppo di aneddoti. Quali sono le pagine che, sfogliando­le, ti procurano ancora oggi le emozioni più forti? «Sono davvero tante! Ma uno dei ricordi più forti che ho è la rete di mio fratello Geoffrey alla Valascia nella partita che ci consegnò il titolo (lunedì 5 aprile 1999, finì 1-3, ndr). Aver potuto condivider­e con lui un momento così è stato fantastico!».

Per un po’ Julien Vauclair ha pure respirato l’aria della Nhl, in un’epoca in cui per i giocatori svizzeri quello nordameric­ano era un sogno difficilis­simo da realizzare. Tre le stagioni trascorse oltre Atlantico, prima un anno con i Grand Rapids Griffins e poi due con i Binghamton Senators in Ahl. Ma nella stagione 2003/04 il giurassian­o, per una partita, ha pure calcato la ribalta della Nhl con la maglia degli Ottawa Senators: «Quella nordameric­ana è stata una bellissima esperienza, che mi ha fatto crescere, come giocatore e come persona. Andare via, solo e lontano da casa, in un posto così, e con una conoscenza solo mediocre dell’inglese è un po’ come un salto nel buio, ma aiuta a farti le ossa. Ho disputato una sola partita in Nhl, è vero, ma sono contento di esserci arrivato, e di averci provato. E a casa ci sono tornato arricchito e con tanta esperienza in più. Se considero che, come dicevo, a inizio carriera non mi immaginavo nemmeno di poter giocare nel nostro massimo campionato, il fatto di aver addirittur­a respirato l’aria della Nhl, seppure per una sola volta, è comunque qualcosa di straordina­rio». È più facile per un giocatore svizzero cercare di ritagliars­i spazio in Nhl oggi? «Sì, sicurament­e. La mentalità dei giovani è cambiata: per loro la Nhl non è più un sogno, ma qualcosa di reale a cui ambire in modo concreto. Per quelli della mia età, andare in America era più un sogno, un po’ come quello di fare il pilota di Formula 1 o andare sulla Luna. Oggi non è più così, i giovani si allenano pensando di andare a giocare in Nhl un giorno o l’altro».

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