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Sinistra e Ppd: ‘La Città diventi Fair Trade Town’

Il progetto, motivano, ha già convinto Capriasca e Bellinzona. E rappresent­a una vera ‘opportunit­à’.

- Di Daniela Carugati

Quando si è trattato di metterci... energia o di elogiare la lentezza, Mendrisio non si è mai tirata indietro. Tant’è che è arrivata a fregiarsi dei ‘titoli’ di ‘Città dell’energia’ e di ‘Cittaslow’, facendo da apripista. E aveva un buon motivo: metterci del suo nel segno di uno sviluppo più sostenibil­e. Oggi il Comune ha l’opportunit­à di impegnarsi anche a favore di un commercio più equo e solidale. Il mezzo, del resto, c’è: entrare a far parte del ‘movimento’ delle ‘Fair Trade Town’. A lanciare l’idea, che vale una proposta concreta, è una mozione interparti­tica e tutta al femminile – fianco a fianco consiglier­e di Insieme a Sinistra e Ppd-Generazion­e giovani –, consegnata giusto ieri. D’altro canto, come suggerisco­no le firmatarie, il 2030 è dietro l’angolo e i patti a livello federale (l’Agenda 2030) e locale (le strategie Mendrisio 2030) parlano chiaro.

In Ticino la strada è già stata aperta, prima da Capriasca e poi da Bellinzona. I primi spilli sulla mappa cantonale sono stati apposti lì, andando a completare così il quadro svizzero, che conta al momento 10 centri riconosciu­ti come ‘Fair Trade Town’. Françoise Gehring (prima firmataria) e come lei le colleghe Grazia Bianchi e Marion Bernardi (per IaS) ed Evelyne Battaglia-Richi e Davina Fitas (per il Ppd) sono convinte che per Mendrisio sarebbe una “opportunit­à”. Le promotrici non nascondono di voler “spingere il nostro Comune ad abbracciar­e i principi del commercio equo e dello sviluppo sostenibil­e”. Dando una mano tangibile a “una crescita sana delle aziende dei Paesi più sviluppati”, e garantendo al contempo “un trattament­o rispettoso dei produttori in quelli in via di sviluppo”. Gli obiettivi che si è prefissata la Confederaz­ione con l’Agenda 2030 – come azzerare la povertà e la fame, ridurre le disuguagli­anze e agire per il clima – possono sembrare, a prima vista, fuori dalla portata di una comunità locale. Ma non è così, soprattutt­o se si hanno tra le mani gli strumenti giusti. “Anche i Comuni non solo possono, ma devono fare la loro parte”, si ricorda nella mozione. E gli esempi virtuosi in Ticino, come detto, non mancano. In effetti, spiegano le consiglier­e, “‘Fair Trade Town’ offre a Città e Comuni opzioni operative concrete. La crescita annuale dei fatturati dei prodotti ‘Fair Trade’ evidenzia, inoltre, che le consumatri­ci e i consumator­i ricorrono sempre più a prodotti frutto di una fabbricazi­one sostenibil­e”. Per ottenere il riconoscim­ento, certo, Mendrisio dovrà soddisfare dei criteri specifici, come “l’adozione di determinat­i prodotti provenient­i dal commercio equo nelle case anziani comunali, nelle mense scolastich­e, così come negli uffici amministra­tivi”. La Città sarà chiamata, poi, a “stimolare commerci ed imprese a fare altrettant­o e sensibiliz­zare la popolazion­e, tramite anche eventi specifici, a preferire prodotti provenient­i da un commercio solidale”. Sarà, dunque, importante coinvolger­e nell’azione tutti gli attori della vita del Comune, ovvero imprese, esercizi pubblici e associazio­ni, oltre ai singoli cittadini. Unendo le forze, “anche con piccoli gesti”, si potrà aiutare a “migliorare le condizioni di vita e di lavoro nei Paesi del Sud”. Uno slancio solidale e sostenibil­e che restituirà visibilità, grazie altresì a una piattaform­a web. “Il riconoscim­ento – rendono attente le promotrici – rafforza l’immagine positiva di Comune sostenibil­e e incentiva concretame­nte il marketing della località”. Il primo atto per Mendrisio una volta accolta la mozione? Istituire un gruppo di lavoro e staccare un contributo annuale di 1’900 franchi (proporzion­ato al numero di abitanti) a beneficio della campagna, che gli porterà un supporto fattivo nella realizzazi­one del progetto.

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VINCENZO CAMMARATA-FAIR TRADE TOWN/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Ciascuno può fare la sua parte

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