Per un ambientalismo realizzabile
“L'interesse che i giovani hanno per i problemi del mondo è certamente lodevole e per questo vanno sostenuti, ma quando qualcuno usa bambini e adolescenti per interessi personali, merita solo di essere condannato”.
Il presidente russo, Vladimir Putin, non si è fatto pregare quando, pochi giorni fa, (...)
(...) a un forum sull’energia, è stato stuzzicato sul fenomeno Greta Thunberg e su quello che, de facto, è diventato il dogma laico del XXI secolo: quello dell’ecologismo. Intendiamoci: chiunque abbia a cuore il futuro del nostro Paese e dei nostri figli non può non essere preoccupato dai mutamenti climatici, ormai sotto gli occhi di tutti. Ma spiace constatare che un problema così serio – sulle cui cause la comunità scientifica è tutt’altro che unanime – venga cinicamente strumentalizzato a fini politici, che poco hanno a che fare con la tutela dell’ambiente. Ciò a cui stiamo assistendo in realtà, in Svizzera e nel resto del mondo occidentale, è l’affacciarsi di una nuova e più accattivante declinazione del socialismo che, buttato fuori dalla porta della Storia, cerca di rientrarne dalla finestra.
Che dietro il fenomeno Greta ci sia qualcosa che non quadra, ormai è assodato. Basti pensare che, ben prima dell’adolescente svedese, a essere applaudito davanti alla platea dell’Onu fu un ragazzino di nome Felix Finkbeiner quando, anticipando di vent’anni la bontà di recenti studi scientifici (in primis quello realizzato dall’Eth di Zurigo) propose di far piantare miliardi di alberi per assorbire l’inquinamento. E prima di lui, nel 1992, fu la canadese Severn Suzuki, coetanea di Felix, a ricevere le ovazioni delle Nazioni Unite attaccando la classe politica mondiale per le scarse attenzioni dedicate all’ambiente. Felix e Severn, però, proponevano soluzioni semplici ed economicamente sostenibili, non tasse e balzelli come sta avvenendo nel nostro Paese. Introdurre un aumento del prezzo del carburante di 10 o 12 centesimi al litro non modificherà in alcun modo le abitudini degli automobilisti, molti dei quali sono costretti ad utilizzare l’auto per recarsi al lavoro. Così come la tassa sui biglietti aerei, se non adottata a livello mondiale, non sortirà alcun effetto positivo sull’ambiente e porterà semplicemente i ticinesi a volare da Malpensa, al posto che da Agno e Zurigo. Tutto ciò, naturalmente, non significa che non si possa o debba fare nulla. Al contrario. Ma dovremmo sforzarci di offrire soluzioni con il giusto equilibrio, invece che punire e colpevolizzare chi non si allinea alla vulgata verde. Vanno insomma avanzate proposte realizzabili, che premino i comportamenti virtuosi e stimolino scelte consapevoli ed economicamente sostenibili per tutti. Soprattutto per quegli svizzeri che non capiscono per quale motivo debbano farsi carico dei destini del mondo quando i politici che li soffocano di imposizioni non abbiano nulla da ridire su Paesi, e interi continenti, dove si scaricano i rifiuti (compresi quelli tossici) in fiumi laghi e mari, non esistono filtri per gli impianti di riscaldamento, né depuratori per le acque.
Sono convinto che aiutare l’ambiente sia possibile offrendo sgravi e incentivi, premiando, e non vessando, cittadini e imprese virtuosi, proponendo una ristrutturazione in senso ecologico degli edifici, incrementando la riforestazione, anche nelle città, riducendo l’uso di materie plastiche, promuovendo la mobilità a basse emissioni di CO2 (ad esempio introducendo un sussidio di 500 franchi sul prezzo d’acquisto delle bici elettriche), offrendo posteggi Park and Rail a un prezzo simbolico di un franco al giorno per i lavoratori e introducendo biglietti a tariffe ridotte per chi si reca al lavoro coi mezzi pubblici. I Verdi e la Sinistra, invece, sembrano concentrarsi su aspetti secondari, come l’accanimento contro le auto. Fingono di dimenticare che gli allevamenti causano tra il 15 e il 17% di tutte le emissioni di gas serra di origine antropica. Ovvero, più di tutti i trasporti messi insieme: auto, camion, aerei e navi cargo messi insieme.
Non andremo lontani se, al posto della concretezza, chi afferma di battersi per l’ambiente si farà sempre accecare da motivazioni ideologiche.