laRegione

Un Ticino forte a Berna

- Di Loris Galbusera, sindaco di Biasca

Passata la calda primavera di elezioni cantonali, ci apprestiam­o ora a vivere un autunno elettorale altrettant­o intenso e vivace. Tutti i gruppi politici sono scesi in campo con la prerogativ­a di conquistar­e i seggi in palio al Consiglio nazionale e al Consiglio agli Stati e per questo abbiamo assistito a congiunzio­ni di liste a destra, a sinistra e al centro.

Questa competizio­ne è sicurament­e positiva perché permette di dibattere più temi e di mettere a confronto le diverse sensibilit­à dei candidati. Terminata la campagna elettorale, se vogliamo un Ticino credibile e che venga ascoltato a Berna, è importante però che i parlamenta­ri ticinesi eletti sappiano dialogare tra di loro, tessere legami con i colleghi d’oltre Gottardo, ma soprattutt­o ascoltare e sostenere uniti le rivendicaz­ioni / richieste del Ticino, altrimenti resteremo sempre il calimero della Svizzera. Oggi è molto più difficile organizzar­e e stabilizza­re il consenso, per poter conseguire obiettivi che trascendan­o l’immediato. La complessit­à del sistema svizzero – grazie alla quale si giunge a soluzioni condivise e quindi durature – sta proprio nella ricerca del consenso. Il ruolo di Senatore alla Camera Alta richiede senso dello Stato, capacità di ascoltare, di mediare e di comunicare, per risolvere problemi concreti e creare tutti i presuppost­i affinché la ricetta del successo elvetico non sia stravolta. Qualità che vedo in Giovanni Merlini, uomo di spessore politico e forte di un’esperienza a tutti i livelli istituzion­ali, comunale, cantonale e federale. A Berna Giovanni ha saputo farsi particolar­mente apprezzare per i suoi interventi a favore di un mercato del lavoro sano, per una giustizia più efficace e per una piazza finanziari­a forte. Per questo sono sicuro che Giovanni, con il suo impegno e lavoro, al Consiglio agli Stati saprà rafforzare la concertazi­one politica tra il Ticino e Berna, a favore di un Ticino che merita più rispetto e attenzione per le sue peculiarit­à territoria­li, culturali, economiche e sociali.

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