laRegione

Che sia la scintilla, che sia la svolta

- Di Marzio Mellini

Sul piatto bisogna mettere la frustrazio­ne di una squadra che non vinceva dalla prima di campionato (...)

(...) – e a Sion ha disputato la decima–, il fiato del presidente Renzetti sul collo del tecnico Celestini, la cui panchina era traballant­e, il peso della mancanza del risultato pieno, una classifica deficitari­a, e la parentesi europea non del tutto felice neppure quella.

Ebbene, alla luce di tutti questi ostacoli, il ritorno al successo del Lugano ha una valenza enorme, nell’economia di una stagione che finora ha regalato meno soddisfazi­oni di quanto la squadra stesse meritando. Protagonis­ta assoluto del match Balint Vécsei, autore di una doppietta pesantissi­ma, due gol a cavallo del pareggio momentaneo di Lenjani, il secondo dei quali al 91’, quando ormai andava profilando­si l’ennesimo pareggio abbastanza inutile ai fini dei giochi di classifica. Non stavolta. Come se davvero il destino (più che la fortuna) dovesse metterci lo zampino, ecco il finale che non ti aspetti, la zampata risolutric­e che, in definitiva, ha messo le cose a posto, ha reso giustizia, ha premiato chi ha seminato di più.

Il giusto epilogo di una partita un po’ pazza che questo Lugano ha meritato di vincere, contribuen­do a rasserenar­e l’animo di Renzetti e a puntellare la panchina di Celestini. Entrambi invocavano la scintilla che potesse promuovere l’auspicata svolta, in termini di risultato, giacché sul piano della prestazion­e la situazione non era certo compromess­a, o grave. La squadra, dichiarata­mente schierata con il proprio mister come attestano i festeggiam­enti dopo i gol, ha fornito a entrambi una risposta confortant­e: sì, sappiamo ancora vincere. Era davvero il momento di urlarlo a gran voce.

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KEYSTONE Celestini può respirare

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