laRegione

Combatterl­i con la fiscalità? ‘Certo!’ ‘Il popolo ha detto no’

-

Esplosione dei costi dei premi di cassa malati. Una famiglia di quattro persone del ceto medio paga più di cassa malati che di imposte. Questo è un dato di fatto oggettivo che è emerso recentemen­te. Come ripensare la questione dei premi di cassa malati? C’è chi dice di risolverlo attraverso la fiscalità. Può essere una possibilit­à?

Carobbio: Certo, risolverlo attraverso la fiscalità vuol dire avere dei premi proporzion­ali al reddito. E questa sarebbe la soluzione giusta. Oggi parliamo di premi che sono uguali per tutti, per un operaio e un dirigente d’azienda che prende dei salari milionari. Quindi bisogna andare in questa direzione, ma nel frattempo bisogna mettere un tetto ai premi di cassa malati perché prima che si arrivi a quel cambiament­o ci vorrà qualche anno. È per questo che abbiamo chiesto una moratoria sui premi di cassa malati per utilizzare le riserve in eccesso. Abbiamo anche lanciato un’iniziativa popolare che presentere­mo a breve per mettere il tetto del 10 per cento ai premi di cassa malati.

Quello delle riserve in eccesso, peraltro, è stato un tema al centro di un recente atto parlamenta­re di Marco Chiesa.

Carobbio: Ce ne sono da anni di atti parlamenta­ri bocciati dal Parlamento e portati dai socialisti. Fa piacere che oggi capiscano tutti che bisogna andare in quella direzione.

La fiscalità è una leva su cui poter lavorare?

Chiesa: È stata bocciata più volte questa proposta dei premi secondo il reddito.

Ma è giusto che Christoph Blocher paghi quello che paga un pinco pallino qualsiasi?

Chiesa: Penso che Christoph Blocher pagherà un po’ più di imposte di quello che pago io di sicuro, e quindi grazie a questa imposta anche i Comuni e i Cantoni riescono a pagare il resto della spesa pubblica nella sanità, perché il sistema sanitario è cresciuto da 40 miliardi a 84 miliardi. La fiscalità credo che andrebbe a colpire ancora di più il ceto medio. Gysin: Le imposte vanno a colpire il ceto medio se si decide che vadano a colpire il ceto medio. Sarebbe un sistema di finanziame­nto più equo che tiene conto dei rapporti finanziari delle persone. Poi l’altro grande tema su cui si deve lavorare non è solo il finanziame­nto, ma il costo.

Una misura concreta sui costi perché diminuisca­no?

Gysin: Credo che bisognereb­be fare più prevenzion­e come si fa negli infortuni. È chiaro che non si può pensare di fare solo questo. Però questa è una delle misure.

Cassa malati unica, cantonale o federale. È giusto battere ancora questa strada?

Gysin: Non è cambiato nulla da quando è stata rigettata l’ultima volta. I premi continuano a salire e la gente paga sempre di più, quindi forse il popolo si renderà conto che questa può essere una parte della soluzione.

Carobbio: Per l’assicurazi­one maternità quante volte si è dovuti tornare alla carica per averla. E per il voto alle donne? Abbiamo votato quante volte? Non dispero che si arrivi a una cassa malati pubblica a livello federale, con il modello dell’Avs o quello Suva.

Recentemen­te il consiglier­e di Stato Raffaele De Rosa ha proposto tre iniziative cantonali. Altre sono già state bocciate in passato.

Sarà diverso questa volta?

Chiesa: È evidente che quando guardo i dati della spesa pubblica sanitaria nel nostro Cantone, mi accorgo che abbiamo un problema di prestazion­i che vengono erogate e quindi è lì che dobbiamo trovare una soluzione. È stupefacen­te pensare che lo stesso Berset, ministro della Sanità socialista, dice che c’è un 20 per cento di prestazion­i che è o inutile o dannoso.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland