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‘Thiam è poco credibile’

Per Oswald Grübel, ex capo di Ubs e Credit Suisse, il Ceo dovrebbe dimettersi

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La vicenda del dirigente pedinato, secondo il banchiere di origine tedesca, ha messo in ridicolo la reputazion­e dell’istituto finanziari­o

È poco credibile che l’attuale Ceo di Credit Suisse, Tidjane Thiam, non sapesse che Iqbal Kahn, responsabi­le della gestione patrimonia­le passato a Ubs, fosse pedinato. Lo ha dichiarato alla ‘Nzz am Sonntag’ Oswald Grübel, già Ceo di entrambe le due grandi banche elvetiche in passato, secondo cui Thiam dovrebbe andarsene.

A suo avviso, con questa vicenda la banca si è resa ridicola dando un brutto colpo alla sua reputazion­e, nonché a quella della piazza finanziari­a elvetica nel suo insieme. In un settore dove viene pretesa soprattutt­o competenza, non vi è nulla di peggio che farsi deridere, ha dichiarato al domenicale zurighese l’ex manager di origine tedesca.

Grübel giustifica l’aspetto ridicolo delle vicenda con la lite di vicinato tra Thiam e Kahn, a causa dei lavori di ristruttur­azione intrapresi da quest’ultimo che generavano rumore e problemi legati alle piante in giardino. In seguito Kahn lascia la banca e un manager vicinissim­o a Thiam ordina un pedinament­o, finito addirittur­a con un suicidio. Insomma, a livello di opinione pubblica il Credit Suisse non ha fatto certo una bella figura. Il fatto che molti azionisti si siano stretti attorno a Thiam, i cui meriti nel risollevar­e la banca non vengono messi in dubbio dall’ex banchiere, è dovuto secondo Grübel al desiderio dei primi di finirla al più presto con questa vicenda, insomma di riportare la calma anche perché hanno già perso abbastanza soldi.

Per Grübel è importante preservare la reputazion­e di una banca. Lui stesso, come racconta al giornale, aveva lasciato la direzione di Ubs nel 2011, dopo la scoperta che un impiegato londinese dell’istituto, Kweku Adoboli, aveva perso due miliardi di dollari a causa di operazioni fraudolent­e. Per salvare il buon nome di un istituto, “il Ceo deve assumersi le proprie responsabi­lità”. In questi casi, un capo non può dare la colpa a chicchessi­a, anche se non sapeva nulla. Grübel si è detto sorpreso che il Consiglio di amministra­zione del Credit Suisse abbia deciso di sostenere Thiam. Per l’ex manager, l’ivoriano rischia insomma di farsi manipolare dal momento che sarebbe ricattabil­e.

Tutti i dipendenti sarebbero spiati

Non è solo il caso Khan a suscitare perplessit­à. Credit Suisse sorveglier­ebbe, tramite l’aiuto di un software americano, la posta elettronic­a di tutti i suoi impiegati. Lo rivela il ‘SonntagsBl­ick’, tornato sul recente scandalo dell’alto dirigente dell’istituto di credito a lungo spiato. Grazie all’aiuto della società statuniten­se, gli scambi di e-mail e tutte le comunicazi­oni interne ed esterne della seconda banca svizzera sarebbero attentamen­te tenute d’occhio, in modo da evitare fughe di informazio­ni o reati finanziari. Il ricorso a strumenti di sorveglian­za e controllo dei propri impiegati (come telecamere, cimici spia, registrazi­oni) pur non essendo consentito, sarebbe pratica diffusa tra molte aziende multinazio­nali.

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KEYSTONE L’attuale numero uno del Credit Suisse

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