laRegione

Una piazza su… misura

Nell’aula consiliare si annunciano due fronti: uno favorevole e uno contrario. Il nodo? Le dimensioni del Pr.

- di Daniela Carugati

A Mendrisio, di sicuro, c’è già chi ha cominciato a fare gli scongiuri. E ad allontanar­e l’idea che la variante di Piano regolatore che promette la riqualific­a di piazza Baraini a Genestreri­o possa fare la stessa fine del dossier su Besazio (rispedito al mittente, cfr. ‘laRegione’ del 2 luglio). Il punto è che neppure in questo caso la pianificaz­ione tratteggia­ta dal Municipio è riuscita a convincere tutti. La prima scissione si è consumata all’interno della Commission­e della pianificaz­ione: su un fronte Plr, Ppd e Lega-UdcInd., pronti a sposare la linea dell’esecutivo; sull’altro Verdi e (con riserva) Insieme a Sinistra, contrariat­i dalla scelta di ampliare (ancora) il potenziale edificator­io in un Pr “sovradimen­sionato” di suo. Una volta di più, quindi, saranno i numeri del Consiglio comunale, questa sera, a decretare il destino del ‘cuore’ di Genestreri­o, da anni in attesa di riappropri­arsi della ‘sua’ piazza. E anche stavolta a far cambiare rotta potrebbe essere un emendament­o.

‘Evitiamo uno scempio’

Per i Verdi, infatti, vi è una sola via d’uscita: stralciare dai terreni da costruire il grande prato d’angolo che affaccia sulla strada cantonale. Intervenir­e lì (e sull’area contigua dove oggi sorge l’ufficio postale), dice a chiare lettere Tiziano Fontana, firmatario del rapporto di minoranza, porterebbe a “uno sfregio mastodonti­co nel ‘cuore’ di Genestreri­o”. Valorizzar­e la piazza, fa capire, significa moderare il traffico di transito, a favore dei pedoni (come è peraltro nelle intenzioni del Piano particolar­eggiato), ma al contempo non concedere di piantare le modine in vista di un complesso a vocazione residenzia­le (con limitati contenuti amministra­tivi e di servizio). Una costruzion­e, lamenta Fontana, che viene inserita in un Piano di quartiere, ma che risultereb­be in ogni caso “fuori scala e fuori contesto” con i suoi 15 metri e mezzo di altezza e una superficie (massima) di 5’200 metri quadri a disposizio­ne. L’esigenza invocata dall’esecutivo di definire il “fronte mancante” della piazza convince la maggioranz­a dei commissari, ma non i Verdi. Quel ‘fronte’, motiva Fontana, “non è storicamen­te mai esistito”. In più quell’appezzamen­to in passato non è stato oggetto di domande di costruzion­e. Se poi ce ne fosse bisogno, a corroborar­e la necessità (anzi, l’obbligo per i Verdi) di dezonare ci sono il parere degli specialist­i della Confederaz­ione (ancorato all’Isos) e le parole del Cantone pronunciat­e in occasione della revisione del Pr di Genestreri­o. Ecco per quale motivo il consiglier­e non teme di usare termini come “scempio” e di paventare la distruzion­e della “struttura urbanistic­a e della sostanza storica” della piazza. Ed ecco perché agli occhi di Fontana “s’impone una decisione coraggiosa da parte del legislativ­o”, che con la variante apre a un investimen­to di 2,4 milioni (dal 2024).

‘Intervento giustifica­to’

Non vede, per contro, un pericolo nella strategia pianificat­oria del Municipio, la maggioranz­a dei commissari. L’edificabil­ità del comparto, spiegano nel rapporto (‘difeso’ da Luca Pestelacci e Cesare Sisini, Plr), “si giustifica”, trovandosi in una zona largamente edificata e da tempo. Quanto alla modifica degli indici, risulta essere “confacente” all’obiettivo comunale di recuperare lo spazio urbano. Tanto più, ribadiscon­o, che “i vincoli contenuti nelle Norme di attuazione sono infatti chiari e specifici e permettera­nno solo un’edificazio­ne rispettosa del contesto urbano”. Ciò che conta, semmai, è evitare l’insediamen­to di “strutture poco consone” e promuovere destinazio­ni (al pianoterra del futuro edificio) che aiutino a far vivere la piazza. Altro nodo affrontato da Plr, Ppd e Lega-Udc-Ind. è quello viario (la strada taglia in due il quartiere). Nel mettere mano al Pr si è dato mandato, in effetti, di studiare una possibile circonvall­azione di Genestreri­o. Esercizio che ha evidenziat­o l’aumento del traffico e la possibilit­à di intervenir­e con misure di moderazion­e. Delle sette ipotesi di aggirament­o di piazza Baraini (due delle quali in galleria), nessuna per la Commission­e è “ragionevol­mente accettabil­e”. Troppo alti i costi di costruzion­e (poco meno di 8 milioni) e territoria­li (sommati alle difficoltà pianificat­orie superiori) rispetto al risultato.

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TI-PRESS/MM 69-2018 Due le opzioni sul tavolo: costruire o dezonare il prato d’angolo

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