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Care Ffs, non ci siamo proprio

- Di Karin Valenzano Rossi, candidata Plr al Consiglio nazionale

Viaggio in treno, viaggio sereno, recitava uno slogan pubblicita­rio delle Ffs del tempo che fu. Oggi non è più così. Il viaggio in treno è diventato spesso un viaggio da incubo con treni sovraffoll­ati, ritardi e una sorta di fatalismo che lascia i passeggeri in balia degli eventi. È quanto capitatomi recentemen­te, per l’ennesima volta, sulla tratta Zurigo-Chiasso con l’ennesimo pasticcio Ffs. Da Milano non arriva il convoglio doppio nella composizio­ne dovuta (...)

(...) e il treno risulta quindi “dimezzato”: è il primo banco di prova per i nervi dei passeggeri, soprattutt­o per quelli che si aggiungono per le coincidenz­e sul percorso. Ma non è tutto. A Bellinzona ulteriore banco di prova con un repentino “cambio” dell’intero treno (però sempre dimezzato) per un guasto tecnico. Nessuna assistenza per le persone anziane, scombussol­ate dal cambiament­o dell’ultimo minuto (annunciato solo con un messaggio vocale entrando in stazione) e anche un po’ smarrite. Per fortuna esiste ancora la solidariet­à umana e i passeggeri più giovani hanno dato supporto a quelli più anziani in difficoltà, alcuni completame­nte nel panico.

Care Ffs, non ci siamo proprio. Come facciamo seriamente a credere nel potenziame­nto dei mezzi pubblici e in una maggiore sensibilit­à ambientale con preferenza per i mezzi pubblici, se il servizio esistente di trasporto quotidiano non funziona? Occorre mettere al centro della propria attività il cliente (ma per davvero e non solo nelle pubblicità) per ritrovare un equilibrio fra prezzo e prestazion­i. Non tutti i clienti, in particolar­e quelli anziani, sanno muoversi nel mondo dei distributo­ri automatici di biglietti e nel mondo delle applicazio­ni digitali. In alcune stazioni, capita purtroppo sempre più spesso che il cliente sia considerat­o addirittur­a un fattore di disturbo e rinviato in modo spiccio ai distributo­ri automatici. In un’attività di servizio pubblico il contatto e il servizio al cliente sono fondamenta­li per costruire una relazione di fiducia tanto più che la gestione delle Ffs è sovvenzion­ata con un contributo di 2,23 miliardi di franchi dalla Confederaz­ione, e quindi da noi contribuen­ti. In caso di inconvenie­nti e guasti la comunicazi­one al cliente va fatta in modo tempestivo, chiaro e comprensib­ile.

Fino al 2035 sono previsti altri 13 miliardi di franchi d’investimen­to nell’ampliament­o dell’infrastrut­tura ferroviari­a con oltre 200 progetti finanziati dal Fondo per l’infrastrut­tura ferroviari­a. Sono previsti investimen­ti anche in Ticino. Alla fine del 2020 l’inaugurazi­one della galleria di base del Monte Ceneri ridurrà i tempi di percorrenz­a fra Nord e Sud. È previsto anche un potenziame­nto dell’offerta di trasporti pubblici regionali con maggiori frequenze e un’estensione degli orari. Se vogliamo veramente realizzare la svolta ecologica, dobbiamo migliorare il servizio ai clienti con prestazion­i che giustifica­no i prezzi, tutt’altro che a buon mercato dei biglietti e degli abbonament­i ferroviari. Altrimenti la tanto decantata svolta ecologica rischia di essere una tigre di carta. Con l’abbandono del volo da Zurigo a Lugano da parte di Swiss, le Ffs non possono permetters­i di continuare a offrire un servizio sull’asse Nord-Sud insufficie­nte. Sul treno da Zurigo a Lugano mancavano solo le galline. E non è bello viaggiare come polli in batteria, pagando pure il biglietto quasi a peso d’oro.

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