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‘Reintrodur­re i contingent­i per la manodopera estera alimenta la burocrazia’

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Avete delle proposte concrete per diminuire la richiesta di manodopera frontalier­a?

Pamini: Qualche anno fa, nel 2015, avevo avanzato una possibile soluzione, quella per esempio per dirla molto sempliceme­nte di vendere i permessi G a mille franchi al mese che grossomodo è il differenzi­ale di salario tra Lombardia e Ticino. Un sistema di per sé migliore di un salario minimo. Però questo si scontra con l’accordo sulla libera circolazio­ne. Il punto focale di tutto, se vogliamo prendere in mano la gestione del mercato del lavoro che non vuol dire un muro alla frontiera, è far saltare l’accordo sulla libera circolazio­ne tra Svizzera e Unione europea. Merlini: Io spero soltanto che questo Paese non debba mai tornare alle ingiustizi­e legate, per esempio, allo statuto dello stagionale, oppure al vecchio regime dei contingent­i che era estremamen­te farraginos­o, pesante, burocratic­o e i datori di lavoro se ne ricordano ancora di come funzionava­no male le cose allora. Si aumentavan­o i contingent­i sapendo che comunque l’economia aveva bisogno di un tot di persone a dipendenza del settore, e quindi era un esercizio che causava comunque costi amministra­tivi. Stiamo attenti anche a non scherzare troppo con la libera circolazio­ne (l’iniziativa Udc per la limitazion­e sulla quale voteremo a maggio, ndr). Adesso il quesito è chiaro, ma se dovessimo accettare questa iniziativa andremmo incontro a grossi problemi. C’è la famosa clausola ghigliotti­na che fa in modo che se casca l’accordo sulla libera circolazio­ne, cascano anche tutti gli altri. Questo è pericoloso perché significa che l’accesso al mercato di mezzo miliardo di consumator­i sarebbe messo in discussion­e. Lombardi: Trovo molto creativa l’idea di Paolo Pamini di vendere i permessi G a mille franchi al mese. Non c’è bisogno né del Tribunale arbitrale, né della Corte europea di giustizia. La boccia il Tribunale federale. Caso Battista Ghiggia. Pamini, è un vostro alleato. Lui dice di non aver trovato i profili per dodici segretarie e una collaborat­rice domestica. Questa alleanza non vi imbarazza? Anche lui si riconosce nel principio del ‘primanostr­ismo’. Pamini: Penso che se ne sia discusso a sufficienz­a e Piero Marchesi (presidente dell’Udc Ticino, ndr) si è espresso con grande chiarezza la scorsa settimana. Non tornerei troppo sul tema. Personalme­nte non posso che credere alle spiegazion­i che ha fornito Ghiggia. Gli devo dare il beneficio della buona fede. Il punto chiave rimane comunque la libera circolazio­ne.

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