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GdP, quasi un milione agli ex: ‘Volontà morale’

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Quasi un milione di franchi per 34 dipendenti: una media di oltre 25mila franchi per ciascuno, più 85mila aggiuntivi destinati alle sedici persone ancora in difficoltà. È questo il risultato del fondo di solidariet­à a favore degli ex dipendenti del ‘Giornale del Popolo’, che nel 17 maggio dell’anno scorso annunciava il suo fallimento.

Un risultato da non sottovalut­are, se si pensa che i lavoratori si sono trovati di fronte a “una decisione presa con una certa fretta e con una lacuna: la mancanza di un piano sociale” come quelli che normalment­e accompagna­no la chiusura di un’azienda; a notarlo è Roberto Poretti, vicepresid­ente dell’Associazio­ne solidariet­à giornalist­i e operatori dei media – costituita ad hoc – che ieri ha presentato i risultati dell’operazione. Certo, il rammarico rimane, come sottolinea anche Renato Ricciardi, sindacalis­ta Ocst coinvolto nella Commission­e consultiva che ha coordinato la distribuzi­one dei fondi: forse «si sarebbe potuto fare di più» per cercare di salvare «una testata storica». E infatti, aggiunge Ricciardi, se non c’era «un obbligo legale» si è comunque manifestat­a una «volontà morale» di correre in aiuto ai disoccupat­i. Le risorse sono state distribuit­e sulla base di criteri quali l’anzianità di servizio, l’età e il numero di famigliari a carico, ed erogati in tre tranche fra 2018 e 2019. Nel frattempo 18 dipendenti hanno trovato un reimpiego nel loro settore, e non è cosa da poco: come nota Ruben Rossello, rappresent­ante dell’Associazio­ne ticinese dei giornalist­i in seno alla Commission­e (i cui membri hanno lavorato a titolo gratuito), il sistema dei media in Ticino è stato in grado di assorbire la chiusura di un giornale. Temo però che non potrà assorbire un altro shock di queste dimensioni». Anche per queste tegole future rimarrà operativa l’Associazio­ne di solidariet­à presieduta da monsignor Nicola Zanini, che ha messo in cascina 16mila franchi per ulteriori interventi. Zanini loda la generosità dei ticinesi: oltre ai 500mila franchi messi a disposizio­ne da fondazioni vicine alla Diocesi, ci sono state numerose donazioni private di ogni ammontare, incluso il piccolo ma prezioso “obolo della vedova di cui parla il Vangelo”.

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TI-PRESS Rotative ferme

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