Forte Olimpio, gioiello storico
Verrà aperto a primavera come museo. In vista incontri per coinvolgere Comune e Patriziato Visita in anteprima degli interni dell’edificio militare a Magadino, costruito nel 1914 e dismesso da quasi 25 anni. Ed è una sorpresa...
Ben nascosto dalla vegetazione, nella zona di protezione A delle Bolle di Magadino, il forte Olimpio è stato costruito tra il 1914 e il 1915. Ora, dopo quasi 25 anni dal suo ultimo utilizzo militare, la struttura ritrova nuova vita, con l’intervento dell’Associazione fortificazioni Gambarogno.
Dalla prossima primavera l’edificio sarà un museo. Lo abbiamo visitato in anteprima, accompagnati dal presidente dell’associazione Renato Bonetti e dalla segretaria Nicoletta Masa. L’interno è per certi versi stupefacente e le tracce del passato sono conservate come in una sorta di scrigno storico. Originali non solo i muri e i serramenti (porte e imposte in metallo), ma anche parte dell’arredamento. «Diversi mobili sono d’epoca e sono sempre stati qui – spiega Bonetti –. Il fatto che l’esercito lo abbia abbandonato nel 1995 in modo abbastanza precipitoso per noi è stato un bene. Non è stato rovinato o asportato nulla». Alcune parti (come i servizi igienici o le apparecchiature tecniche di ventilazione) sono relativamente nuove. Altre, invece, sono quelle dell’inizio del secolo scorso.
«Per poterlo utilizzare, lo scorso aprile abbiamo stipulato una convenzione con la Fondazione Bolle di Magadino, proprietaria del forte. In seguito, con soci e volontari abbiamo pulito i locali e le parti esterne. Ora stiamo procedendo con l’allestimento storico». Nei mesi scorsi l’associazione gambarognese, affiliata a fort.ch, è stata riconosciuta dall’Ufficio centrale per il materiale storico dell’esercito come “istituzione qualificata in Svizzera” e il Forte Olimpio ha ottenuto il certificato di “Museo di categoria A”.
Armi, uniformi e calderoni
La ricostruzione di alcuni locali, che hanno ritrovato oggetti, uniformi e suppellettili d’altri tempi è suggestiva. Sul tavolo dell’ufficio vecchie macchine da scrivere e un telefono antico, nelle cucine i calderoni che funzionavano a carbone. Poi una sala (che per non rovinare la sorpresa ai visitatori non ci è stato permesso fotografare) con armi, pacchettaggi completi, divise e immagini. Il tutto legato agli anni in cui il forte è stato costruito, risalendo il tempo fino alla seconda guerra mondiale. «Alcune cose ci sono state donate altre le abbiamo acquistate – afferma Masa –. Siamo sempre alla ricerca di oggetti dell’esercito per il nostro allestimento. Chi avesse documenti, armi o divise militari storiche può contattarci per mail, a o telefonare allo 091 795 11 26». Per ora l’associazione, che conta 14 soci attivi, 10 simpatizzanti e 10 “soci donatori di oggetti” ha lavorato autonomamente, facendo capo alle proprie forze. Ma in futuro avrà bisogno di sostegno e collaborazione: perciò nelle prossime settimane sono previsti incontri sia con l’autorità comunale, sia con i vertici patriziali. Va anche detto che il forte Olimpio non è l’unico manufatto militare entrato sotto l’ala protettiva dell’associazione. Ci sono anche il fortino di fanteria sotto roccia a Quartino e trincee da ripristinare e rendere visitabili (forse già nel 2020). L’elenco completo e altre informazioni sono su fortificazionigambarogno.ch.