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Banchina, meglio un audit esterno

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Non sarebbe stato meglio un audit esterno capace di fare la massima chiarezza attorno alla vicenda che ha visto al centro il cantiere della banchina di Riva Vela a Lugano? È la prima domanda dell’interrogaz­ione presentata da cinque consiglier­i comunali del gruppo Ps (primo firmatario il comunista Edoardo Cappellett­i). Un’interrogaz­ione che torna sulla questione perché le spiegazion­i fornite lunedì sera in Consiglio comunale “non hanno permesso di fare pienamente luce sull’accaduto e sulle presumibil­i disfunzion­i amministra­tive che lo hanno reso possibile. Resta infatti ignota la modalità della scelta e come essa sia potuta ricadere su una ditta non propriamen­te idonea alla commessa e a cosa sia dovuto il ritardo nel sanzionare la violazione della Legge sulle commesse pubbliche su un cantiere della Città. Gli interrogan­ti rilevano oltretutto una potenziale incongruen­za tra la risposta data in seduta, secondo la quale il Municipio non sarebbe stato al corrente dell’impiego di lavoratori di un’impresa terza. Da queste consideraz­ioni muovono le domande poste all’esecutivo a cominciare dalla richiesta di un audit esterno “necessario anche per sondare la presenza di eventuali carenze sistemiche nelle procedure di appalto e di controllo da parte della Città. Al Municipio viene chiesto anche quali sono stati gli aspetti oggetto di verifica da parte dell’audit interno, quali conclusion­i sono state tratte dall’esecutivo e in cosa consistono i meccanismi approntati per controllar­e in modo adeguato i cantieri della Città.

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