L’invasione dei cinghiali
L’ultimo incidente stradale provocato da un cinghiale è accaduto qualche giorno fa a Ronago, in Italia poco distante dal confine con Novazzano. Seri danni per l’autovettura di un frontaliere. Il cinghiale, sicuramente ferito, è scappato. Quanto accaduto a Ronago, casomai fosse stato necessario, conferma la gravità dell’emergenza ungulati nel comasco che sta provocando danni ingenti ad automobilisti, agricoltori e allevatori. I cinghiali si sono spinti fino ai centri abitati, compreso Como. Non a caso, quindi, l’abbattimento di oltre 1’300 cinghiali dall’inizio dell’anno in provincia di Como, rappresenta il dato più elevato della regione Lombardia, dove complessivamente i numeri degli ungulati eliminati sono aumentati in modo esponenziale, passando dai 1’800 del 2018 ai 3’165, di quest’anno. I dati sono stati forniti dall’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, rispondendo in Commissione a un’interrogazione presentata dal consigliere comasco del Pd Angelo Orsenigo. «Noi crediamo convintamente nel ruolo del cacciatore come operatore di tutela dell’ecosistema – ha detto Rolfi –. I cinghiali, se in sovrannumero, sono un problema per l’agricoltura e per la sicurezza delle persone. La questione è sempre più diffusa sul territorio e necessita di risposte concrete come quelle che sta dando la Regione Lombardia. Oltre alla caccia è necessario implementare l’azione di contenimento la cui competenza è per legge nazionale della Polizia provinciale».
Nel dettaglio, dall’inizio dell’anno in provincia di Como sono stati abbattuti 137 capi nell’ambito delle attività di controllo e 1’200 come caccia di selezione. Un numero che è destinato a salire: dal 2 novembre si aprirà infatti anche la caccia collettiva.