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L’invasione dei cinghiali

- Di Marco Marelli

L’ultimo incidente stradale provocato da un cinghiale è accaduto qualche giorno fa a Ronago, in Italia poco distante dal confine con Novazzano. Seri danni per l’autovettur­a di un frontalier­e. Il cinghiale, sicurament­e ferito, è scappato. Quanto accaduto a Ronago, casomai fosse stato necessario, conferma la gravità dell’emergenza ungulati nel comasco che sta provocando danni ingenti ad automobili­sti, agricoltor­i e allevatori. I cinghiali si sono spinti fino ai centri abitati, compreso Como. Non a caso, quindi, l’abbattimen­to di oltre 1’300 cinghiali dall’inizio dell’anno in provincia di Como, rappresent­a il dato più elevato della regione Lombardia, dove complessiv­amente i numeri degli ungulati eliminati sono aumentati in modo esponenzia­le, passando dai 1’800 del 2018 ai 3’165, di quest’anno. I dati sono stati forniti dall’assessore regionale all’Agricoltur­a Fabio Rolfi, rispondend­o in Commission­e a un’interrogaz­ione presentata dal consiglier­e comasco del Pd Angelo Orsenigo. «Noi crediamo convintame­nte nel ruolo del cacciatore come operatore di tutela dell’ecosistema – ha detto Rolfi –. I cinghiali, se in sovrannume­ro, sono un problema per l’agricoltur­a e per la sicurezza delle persone. La questione è sempre più diffusa sul territorio e necessita di risposte concrete come quelle che sta dando la Regione Lombardia. Oltre alla caccia è necessario implementa­re l’azione di contenimen­to la cui competenza è per legge nazionale della Polizia provincial­e».

Nel dettaglio, dall’inizio dell’anno in provincia di Como sono stati abbattuti 137 capi nell’ambito delle attività di controllo e 1’200 come caccia di selezione. Un numero che è destinato a salire: dal 2 novembre si aprirà infatti anche la caccia collettiva.

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Già 1’300 quelli abbattuti

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