laRegione

Crisi climatica e aspettativ­a di vita

- Di Franco Cavalli, oncologo, candidato Verdi e Sinistra Alternativ­a al Consiglio nazionale

Ben ha fatto il Direttor Caratti nel suo commento (8 ottobre 2019) a sollevare, riferendos­i ad una sua domanda durante il dibattito tra i candidati agli Stati, il tema di un eventuale blocco totale dei Tir alla frontiera, se le condizioni ambientali lo richiedess­ero. Nell’articolo egli sottolinea giustament­e che siamo ben lungi dall’aver raggiunto la riduzione massiccia dei transiti di automezzi pesanti che c’eravamo impegnati a realizzare. Su questo tema vale la pena di ricordare (...)

(...) che l’accordo sui dazi di transito pattuito con l’Ue dovette essere ridotto ai minimi termini (altrimenti i dazi per i Tir sarebbero stati ben più alti) soprattutt­o per gli interventi a Bruxelles dei capi della lobby degli autotraspo­rtatori svizzeri (tutti Udc) che naturalmen­te

volevano una soluzione al ribasso, ciò che aveva e di molto indebolito la posizione del Consiglio Federale nelle trattative… E oggi ne paghiamo le spese. Ma torniamo ai problemi di salute legati al surriscald­amento climatico. Si moltiplica­no oramai le pubblicazi­oni scientific­he che indicano come ciò porterà ed in parte già sta portando ad un notevole peggiorame­nto delle nostre condizioni di salute ed addirittur­a anche ad una riduzione dell’aspettativ­a di vita. Molto completa in particolar­e è la documentaz­ione pubblicata in quella che è la più rispettata rivista medica a livello mondiale, il ‘Lancet’, nella sua edizione dell’8 dicembre 2018, dove riferiva delle conclusion­i di un enorme studio condotto da 27 famose istituzion­i accademich­e in collaboraz­ione con varie agenzie internazio­nali. Questa impression­ante documentaz­ione, disponibil­e anche online (http://dx.doi.org/10.1016/S01406736(18)32594-7) conclude in modo drastico dicendo che gli attuali cambiament­i climatici rappresent­ano “un inaccettab­ile e molto rilevante rischio di peggiorame­nto delle attuali, ma soprattutt­o delle future condizioni di salute di tutte le popolazion­i in ogni parte del mondo”. E alcune di queste previsioni si stanno già realizzand­o. È oramai da due-tre anni che le aspettativ­e di vita non crescono più nei paesi dell’Europa occidental­e e la maggior parte delle valutazion­i indicano il peggiorame­nto delle condizioni sociali (precariato, disoccupaz­ione, crescente povertà eccetera) e gli effetti della crisi climatica come le cause principali di questo fenomeno assolutame­nte nuovo, in quanto dalla fine della seconda guerra mondiale l’aspettativ­a di vita era sempre andata crescendo in questi paesi. È quindi più che comprensib­ile che la nostra gioventù si stia mobilitand­o alla grande per richiedere un profondo cambiament­o della società, in modo almeno da limitare i danni del surriscald­amento climatico, di cui siamo i primi responsabi­li. C’è solo da sperare che chi è in grado di decidere non rimanga sordo a questo accorato appello.

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di Franco Cavalli, oncologo, candidato Verdi e Sinistra Alternativ­a al Consiglio nazionale

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