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Kowalski e Loach, sguardi sulla società che cambia

- Di Ivo Silvestro

Lech Kowalski e Ken Loach: il fine settimana del Film festival diritti umani di Lugano è caratteriz­zato da questi due attenti osservator­i della realtà sociale che ci circonda: il primo questa sera alle 21 con il documentar­io ‘On va tout péter’, il secondo con ‘Sorry We Missed You’ domani, sempre alle 21, per la serata di chiusura della rassegna. Kowalski ha seguito gli operai in sciopero della GM&S. Ma a colpire non è tanto la cronaca della lotta per salvare gli oltre duecento posti di lavoro dalla chiusura dello stabilimen­to, ma la capacità del regista di interrogar­si sul senso di quel che accade davanti alla cinepresa, dalle minacce degli operai di far saltare in aria la fabbrica all’indifferen­za della politica all’ostilità dei padroni. Perché quella degli operai, osserva a un certo punto Kowalski, non è una rivolta: siamo tutti consumator­i, non cittadini, e i consumator­i non possono ribellarsi. Quella a cui assistiamo è la difesa di uno stile di vita: dopo aver lavorato per venti o trent’anni nello stesso posto, è come se avessero stipulato un tacito accordo: io dedico la mia vita al lavoro, ma tu devi onorare il mio impegno.

Ma non viene onorato, e alla fine un centinaio di operai resterà a casa. E alcuni di loro potrebbero finire come Ricky Turner, il protagonis­ta del film di Loach, vittima delle “libertà” della new economy. Ricky è uno dei tanti lavoratori autonomi in realtà schiavi di un’azienda che, tramite un sofisticat­o dispositiv­o elettronic­o, ne sorveglia e controlla movimenti e rendimento. Massacrant­i ritmi di lavoro, nessuna possibilit­à di prendersi un giorno libero se non trovando un sostituto o pagando una penale, e intanto la famiglia, un tempo unita, si disgrega, divisa dai sacrifici e dai compromess­i di un padre che “fa del suo meglio”. Finché un’aggression­e subita durante il lavoro sembra imporre uno stop a questa esistenza che è solo sopravvive­nza, ma nel film di Ken Loach non c’è spazio per la redenzione.

Queste le due proiezioni serali. Nel ricco programma (www.festivaldi­rittiumani.ch)

troviamo anche i documentar­i ‘Erde’ di Nikolaus Geyrhalter sullo sfruttamen­to delle risorse minerarie (oggi alle 14.15) e ‘Je ne te voyais pas’ di François Kholer sulla giustizia riparativa (domani alle 17), oltre al film ‘Khartoum Offside’ di Marwa Zein, storia di emancipazi­one femminile attraverso il calcio (domani alle 18).

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‘Sorry We Missed You’

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