È Hagibis il protagonista
In Giappone sale l’ansia per il tifone: rinviate le qualifiche (stanotte alle 3), ma poi potrebbe fare capolino il sole
In Giappone stamattina alle 7 niente qualifiche. Troppo grande il rischio che sul Gran Premio si abbattesse un tifone, nella fattispecie il mostruoso Hagibis. Dunque si terranno alle 3 di stanotte in Svizzera, mentre la gara vera e propria scatterà alle 7.10. Tuttavia, nel caso perdurasse il cattivo tempo si potrebbe anche partire con i tempi staccati ieri nella seconda sessione delle libere, pertanto con le due Mercedes-Benz davanti a tutti e poi Verstappen, Leclerc e Vettel. A Suzuka sin qui la bella supremazia dimostrata nelle ultime gare da Ferrari non si è vista. Semmai è tornata prepotente la Mercedes-Benz, che ha staccato tempi importanti con distacchi sensibili. Diceva correttamente Valtteri Bottas, in conferenza stampa, che davvero la monoposto qui si trova a suo agio, è molto ben bilanciata e veloce. Su di un circuito tecnico, ove contano aerodinamica e appoggio per la presa di velocità, proprio difetti evidenziati da Leclerc, che a parole ha riassunto una generale mancanza di grip della sua Rossa. Espressioni che un poco riportano al momento negativo del Cavallino, ma che saranno anche da confrontare con il risultato di gara. Certo è che qui, in genere, le monoposto di Maranello non si sono espresse al meglio, pur se proprio a Suzuka nel 2000 vinse il suo Mondiale un certo Michael Schumacher. Ricorderete tutti le parrucche rosse in testa a Todt, Montezemolo, Barrichello e al tedesco. Su un tracciato in cui la pioggia ha saputo spesso rendersi protagonista: le previsioni meteo per domani parlano di sole dopo la tempesta, ma con ugualmente un residuo percentuale di pioggia possibile.
E in Giappone si arriva sull’onda dell’episodio capitato a Sochi, costato i 7’500 dollari di multa a Gunther Steiner, il team principal della Haas, dopo gli insulti rivolti ad un commissario russo. Con tanto di ammonizione chiara a non ripetersi, pena la squalifica dai campi di gara. Un team, quello americano spinto dai motori Ferrari, andato completamente nel pallone, nell’impossibilità di gestire Grosjean e Magnussen. E se il ginevrino è ormai dato per partente, è certo che vi sia anche una involuzione tecnica e manageriale sorprendente, visti i buoni risultati del 2018.
E le cose non migliorano molto neppure in casa Sauber. Ieri problemi per Giovinazzi e Raikkonen, non esattamente tra i primi. È interessante annotare come in settimana l’italiano abbia ricevuto una benevola benedizione da Mattia Binotto, che ha giudicato la stagione del pugliese sostanzialmente positiva. Noi vediamo le cose molto diversamente, anche se è vero che nelle ultime gare qualche sprazzo sia apparso. Comunque, in seno al team di Hinwil pare essersi smarrito quello smalto di inizio stagione, e in particolare gli aggiornamenti non hanno migliorare le perfomance della monoposto rispetto a ciò che ha saputo fare la concorrenza. Dal nono posto costruttori del 2018 all’ottavo attuale: senz’altro non è il gradino dove Vasseur e Fca volevano vedere il team. Ma pure per l’azionista svedese iniziano le riflessioni post 2021. Tre le opzioni: svendere, continuare oppure ripensare. A proposito di Binotto: il team principal della Ferrari ha ammesso che la gestione dei due piloti non è per nulla semplice e che soltanto adesso i due si stanno conoscendo, ribadendo con vigore che sino a fine anno il bene del team conta su tutto, dato che di allori personali a disposizione non ve ne sono. Intanto la data del 31 ottobre si avvicina: allora capiremo cosa riserverà il futuro Patto della Concordia, determinante per il Mondiale. Rammentiamo un paio di punti: il campionato esiste se partono almeno 15 vetture, sotto no. Alle attuali condizioni il rischio che alcuni team si ritirino è alto, molto alto. Per questo si vuole rendere meno costosa la F1, così da riaccendere la competizione. I grandi team non gradiscono per nulla, specie la Ferrari, ma del resto nella realtà i team piccoli hanno il coltello dalla parte del manico molto più di quanto si possa pensare.