Sanità svizzera: un labirintico ginepraio
Anche quest’anno abbiamo assistito impotenti ai soliti riti, triti e ritriti, sulle annuali, nonché annose, cronache di rincari annunciati dei premi di cassa malati; solite storie, soliti attori, solite analisi, soliti motivi, soliti risultati che le famose medie si incaricano di relativizzare temporaneamente, almeno fin quando si riceve la bolletta con il famoso e ridicolo termine di “premio” che in realtà per tutti è una “penalità”. Nonostante le molteplici misure adottate negli anni, siamo sempre qui a lamentarci per i costi della salute che, nonostante crescano molto più dei salari, non vengono nemmeno computati nel paniere ufficiale del costo della vita! Perché? Chi l’ha deciso? Per quale motivo? A quale scopo? Tutte domande che cascano nel vuoto perché le responsabilità vengono regolarmente rimpallate fra tutti i protagonisti. Ci sono in vista altre nuove misure di cui non si conosce l’impatto effettivo. Ma dubito che siano la bacchetta magica per invertire la tendenza! Il mondo della sanità in Svizzera è profondamente e cronicamente malato; un labirintico ginepraio in cui ogni attore mira a fare i propri interessi: assicurati, medici, ospedali, laboratori, farmacie, ditte farmaceutiche, casse malati, politici impegolati ecc. un’intricatissima giungla in cui tutti concorrono ad aumentare i costi perché tutti sono invogliati ad agire pensando soprattutto al proprio tornaconto personale. Ci troviamo in un’anomalia economica in cui l’offerta genera la domanda che è alimentata dalle angosce e dalle nevrosi della gente sempre più preoccupata e insoddisfatta della propria vita, alla ricerca di un qualsiasi miraggio di possibile benessere... Questa condizione esistenziale di continua ricerca di presunta felicità ha saturato il mercato creando eccedenze enormi ed assurde che contribuiscono ad aumentare regolarmente i costi globali della sanità: in Svizzera, in proporzione alla popolazione ci sono troppi “pazienti”, troppe consultazioni, troppi medici, troppi ospedali, troppe apparecchiature, troppi esami, troppe farmacie, troppe medicine, troppi laboratori, troppe analisi, troppe casse malati, troppe assicurazioni, troppe riserve, troppi approfittatori, e… troppi “furbi”! Non è una novità che “il troppo storpia!”. Di conseguenza sarà sempre, inesorabilmente impossibile riuscire a trovare i bandoli delle matasse altamente, e in alcuni casi anche appositamente, ingarbugliate. Non è più possibile continuare a difendere un modello puntellato da aiuti in sussidi e assistenze varie, ormai indispensabili per una buona parte, sempre crescente, della popolazione svizzera.
A mio avviso questo modello ha dimostrato ampiamente la sua inefficienza e pertanto deve essere radicalmente ripensato, riformato, cercando prima di tutto una migliore efficacia, nonché una necessaria, e più che mai opportuna, semplificazione. È ora di dire basta a questa pletora d’incomprensibili incongruenze che la LaMal ha ampiamente dimostrato fin dai primi anni di esistenza! L’unico vero motivo alla base dell’accettazione di questo sciagurato modello è stata l’allettante raccolta di enormi capitali da parte dei soliti noti pescecani che hanno fiutato subito l’affare e che continuano a difenderlo, riuscendo a convincere abilmente, con ben argomentati sofismi, la maggioranza del popolo a votare in favore dei loro esclusivi interessi. Non abbandoneranno mai, senza combattere con i soldi degli assicurati, una torta da 80 miliardi all’anno!
Per tutti questi motivi suggerisco alcune possibili piste da prendere in considerazione per un nuovo modello di assicurazione sanitaria di base: mantenimento dei principi di solidarietà, mutualità, sussidiarietà. Assicurazione sanitaria con ventaglio di coperture di base ridotte. Quote pagate in percentuale del salario o del reddito. Partecipazione diretta alle spese tramite ticket ogni volta che si va da un terapeuta. Assicurazione sanitaria di base unica federale ma con gestioni separate in ogni cantone. L’assicurazione complementare è a discrezione di ogni assicurato.