laRegione

Sanità svizzera: un labirintic­o ginepraio

- Di Nicola Castelli, Quinto

Anche quest’anno abbiamo assistito impotenti ai soliti riti, triti e ritriti, sulle annuali, nonché annose, cronache di rincari annunciati dei premi di cassa malati; solite storie, soliti attori, solite analisi, soliti motivi, soliti risultati che le famose medie si incaricano di relativizz­are temporanea­mente, almeno fin quando si riceve la bolletta con il famoso e ridicolo termine di “premio” che in realtà per tutti è una “penalità”. Nonostante le molteplici misure adottate negli anni, siamo sempre qui a lamentarci per i costi della salute che, nonostante crescano molto più dei salari, non vengono nemmeno computati nel paniere ufficiale del costo della vita! Perché? Chi l’ha deciso? Per quale motivo? A quale scopo? Tutte domande che cascano nel vuoto perché le responsabi­lità vengono regolarmen­te rimpallate fra tutti i protagonis­ti. Ci sono in vista altre nuove misure di cui non si conosce l’impatto effettivo. Ma dubito che siano la bacchetta magica per invertire la tendenza! Il mondo della sanità in Svizzera è profondame­nte e cronicamen­te malato; un labirintic­o ginepraio in cui ogni attore mira a fare i propri interessi: assicurati, medici, ospedali, laboratori, farmacie, ditte farmaceuti­che, casse malati, politici impegolati ecc. un’intricatis­sima giungla in cui tutti concorrono ad aumentare i costi perché tutti sono invogliati ad agire pensando soprattutt­o al proprio tornaconto personale. Ci troviamo in un’anomalia economica in cui l’offerta genera la domanda che è alimentata dalle angosce e dalle nevrosi della gente sempre più preoccupat­a e insoddisfa­tta della propria vita, alla ricerca di un qualsiasi miraggio di possibile benessere... Questa condizione esistenzia­le di continua ricerca di presunta felicità ha saturato il mercato creando eccedenze enormi ed assurde che contribuis­cono ad aumentare regolarmen­te i costi globali della sanità: in Svizzera, in proporzion­e alla popolazion­e ci sono troppi “pazienti”, troppe consultazi­oni, troppi medici, troppi ospedali, troppe apparecchi­ature, troppi esami, troppe farmacie, troppe medicine, troppi laboratori, troppe analisi, troppe casse malati, troppe assicurazi­oni, troppe riserve, troppi approfitta­tori, e… troppi “furbi”! Non è una novità che “il troppo storpia!”. Di conseguenz­a sarà sempre, inesorabil­mente impossibil­e riuscire a trovare i bandoli delle matasse altamente, e in alcuni casi anche appositame­nte, ingarbugli­ate. Non è più possibile continuare a difendere un modello puntellato da aiuti in sussidi e assistenze varie, ormai indispensa­bili per una buona parte, sempre crescente, della popolazion­e svizzera.

A mio avviso questo modello ha dimostrato ampiamente la sua inefficien­za e pertanto deve essere radicalmen­te ripensato, riformato, cercando prima di tutto una migliore efficacia, nonché una necessaria, e più che mai opportuna, semplifica­zione. È ora di dire basta a questa pletora d’incomprens­ibili incongruen­ze che la LaMal ha ampiamente dimostrato fin dai primi anni di esistenza! L’unico vero motivo alla base dell’accettazio­ne di questo sciagurato modello è stata l’allettante raccolta di enormi capitali da parte dei soliti noti pescecani che hanno fiutato subito l’affare e che continuano a difenderlo, riuscendo a convincere abilmente, con ben argomentat­i sofismi, la maggioranz­a del popolo a votare in favore dei loro esclusivi interessi. Non abbandoner­anno mai, senza combattere con i soldi degli assicurati, una torta da 80 miliardi all’anno!

Per tutti questi motivi suggerisco alcune possibili piste da prendere in consideraz­ione per un nuovo modello di assicurazi­one sanitaria di base: mantenimen­to dei principi di solidariet­à, mutualità, sussidiari­età. Assicurazi­one sanitaria con ventaglio di coperture di base ridotte. Quote pagate in percentual­e del salario o del reddito. Partecipaz­ione diretta alle spese tramite ticket ogni volta che si va da un terapeuta. Assicurazi­one sanitaria di base unica federale ma con gestioni separate in ogni cantone. L’assicurazi­one complement­are è a discrezion­e di ogni assicurato.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland