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Sì ai quattro nomi. Congelata la nomina di Pau-Lessi

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L’Azienda cantonale dei rifiuti (Acr) ha un Consiglio d’amministra­zione rinnovato. Anche se zoppo. Il Gran Consiglio ieri pomeriggio ha dato il proprio via libera all’insediamen­to di quattro uscenti – Andrea Bernasconi, Claudio Zali, Marcello Bernardi, Riccardo Calastri –. E il quinto? La nomina di Ivan Pau-Lessi, già alto funzionari­o del Dipartimen­to sanità e socialità, resta congelata, in attesa che il Consiglio di Stato possa prendere visione della sentenza di condanna pronunciat­a a carico dell’ex collaborat­ore del Dss. Governo che rischia di rimanere ancora per un bel po’ in attesa (vedi articolo sopra). Proprio partendo da ciò, il presidente del Gran Consiglio Claudio Franscella ha spiegato all’aula i motivi che hanno condotto a questa scelta il Consiglio di Stato: «Innanzitut­to, per legge la nomina del Consiglio d’amministra­zione dell’Acr deve essere decisa entro sei mesi dalle elezioni cantonali». La scelta di proporre quattro dei cinque nomi è stata presa anche «nell’ottica di una possibile istituzion­e di una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta». Matteo Pronzini (Mps) ha prontament­e replicato: «Proporre la nomina di quattro quinti del Cda non ha alcun senso, è una cosa ridicola e assurda. Il Partito socialista proponga un’altra persona, non Pau-Lessi. Magari una donna». Di donne ha parlato anche la liberale radicale Natalia Ferrara: «Non ve ne sono, e di questo passo saranno un terzo del Cda nel 2080». La risposta, serafica, del direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali ha abbracciat­o entrambe le rimostranz­e: «La scelta del Consiglio di Stato è stata di favorire la presunzion­e d’innocenza, prima delle quote rosa».

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TI-PRESS Via libera dal Gran Consiglio

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