Ex Petrolchimica: ‘Verifiche del governo’ Protesta contro vertici Ocst
«Il Consiglio di Stato farà il possibile per evitare che l’ente pubblico si sobbarchi i costi di risanamento». È quanto assicura il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali a proposito del sedime contaminato di Preonzo che ospitava la Petrolchimica, rispondendo ieri durante la sessione del Gran Consiglio a un’interpellanza presentata dai deputati Mps Angelica Lepori, Simona Arigoni e Matteo Pronzini. Per quanto riguarda la ripartizione della spesa – stimata tra 20 e 25 milioni – il ministro ha citato la Legge per la protezione dell’ambiente, sottolineando che l’ente pubblico (il Cantone) si assume i costi nel caso in cui i responsabili non fossero rintracciabili o insolventi. In tal caso può chiedere alla Confederazione una partecipazione alla spesa fino a un massimo del 40%. Rispetto alla proposta dell’Mps di far pagare i costi per la bonifica alla Tamoil poiché proprietaria della Petrolchimica Sa fallita nel 1996 (e radiata dal registro di commercio), senza dunque far pesare la spesa sulla collettività, Zali ha spiegato che sono in corso verifiche in tal senso. L’interpellanza Mps prendeva spunto dall’articolo pubblicato sulla ‘Regione’ lo scorso 14 settembre, nel quale l’ex sindaco di Gnosca Franco Gianoni raccontava della propria battaglia persa contro l’insediamento dello stabilimento. Gianoni, ricordiamo, sostiene che l’unico colpevole sia il Cantone poiché in quegli anni avrebbe acriticamente spalancato le porte all’attività inquinante. Dal canto suo l’Mps ritiene che il territorio abbia già pagato a caro prezzo la presenza della Petrolchimica: nella stessa direzione punta una mozione Mps pendente in Consiglio comunale a Bellinzona. “Troppe lavoratrici e lavoratori anziani dopo essere stati sfruttati fino all’osso vengono licenziati da dirigenti aziendali (o sindacali) beceri e senza tanti scrupoli”. Lo scrive il comitato di sostegno per il sindacalista licenziato dall’Organizzazione cristiano sociale (Ocst), Arturo Mellace, annunciando di voler esternare dissenso contro i vertici del sindacato giovedì 17 ottobre alle 18 negli spazi pubblici adiacenti alla sede dell’Ocst di Bellinzona. Oltre al comitato di sostegno, all’incontro parteciperà anche una delegazione di lavoratori iscritti all’Ocst che manifesteranno, “in forma civile e moderata”, la loro indignazione contro ogni forma di licenziamento e di abuso che vede coinvolti i lavoratori “dopo anni di onesto lavoro, come è stato il caso del sindacalista Arturo Mellace”. “Si tratta di lavoratori che hanno dato una vita di lavoro che poi finiscono per essere emarginati (scaricati) nel limbo del precariato, dell’assistenza e della povertà per colpa di datori che si dimostrano privi di valori morali e di senso di responsabilità”, scrive il coordinatore Nando Ceruso nel comunicato stampa diramato ai media.