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‘Anche Cevio merita solidariet­à’

Casa anziani a Broglio: il Municipio del sindaco Martini ritiene ‘priva di logica’ la scelta Ascovam L’esecutivo: ‘Quel progetto non ha ragion d’essere. Si cerca di rimediare a un problema creandone un altro, forse più grande’.

- Di Davide Martinoni

«In valle ha pesato moltissimo la componente emotiva, la necessità di dare un segno di vicinanza alla Lavizzara, di dimostrare solidariet­à. E questo va benissimo. Va molto meno bene, invece, che in seno all’Ascovam non ci sia stata la possibilit­à di discutere serenament­e, soprattutt­o prendendos­i il tempo necessario per un vero approfondi­mento, quantomai necessario per una questione di questa portata». Pier Martini, sindaco di Cevio, si è appena confrontat­o con il suo Municipio sulla clamorosa decisione – presa giovedì scorso dal comitato direttivo dell’Associazio­ne dei Comuni di Vallemaggi­a (Ascovam) – di concedere a Lavizzara, a discapito di Cevio, la possibilit­à di edificare a Broglio la futura casa anziani che sostituirà quella ormai prossima alla chiusura di Someo. Il “progetto Lavizzara” riguarda uno stabile ex novo per anziani, con reparto Alzheimer e centro diurno, che costerebbe sugli 8,5 milioni di franchi, mentre il “progetto Cevio” – già contemplat­o dagli statuti della Fondazione Vallemaggi­a, proprietar­ia del Centro sociosanit­ario e della futura casa anziani – riguarda la sopraeleva­zione di un piano del Centro stesso, per un costo sui 4,5 milioni di franchi circa. Il Comune di Lavizzara si è detto disposto a garantire i 2 milioni di differenza fra quanto riconosciu­to e sussidiato dal Cantone – 300mila franchi a posto letto – e il preventivo elaborato dall’architetto incaricato dal Comune per lo studio di fattibilit­à. Una raccolta di fondi sarebbe già stata avviata a tale scopo. In più, Lavizzara si accollereb­be le spese eccedenti di gestione corrente rispetto alla soluzione Cevio.

‘Una decisione che si basa su calcoli molto discutibil­i’

In una nota inviata alle redazioni, il Municipio inquadra il “modo di fare” in seno all’Ascovam come “sorretto da buoni sentimenti ma privo di logica e visione politica a lungo termine”. Secondo l’esecutivo “la solidariet­à ostentata a favore della Lavizzara non considera vari altri aspetti rilevanti della problemati­ca, di tipo finanziari­o, gestionale e funzionale e non tiene conto delle giustifica­te aspettativ­e di Cevio, che forse meriterebb­e anch’esso una dimostrazi­one di solidariet­à”. La scelta pro Lavizzara – al di là di “questioni di campanili e di rivalità locali” – è, per Cevio, “sempliceme­nte sbagliata, inopportun­a, fondata su calcoli molto discutibil­i, forse azzardati”. Ma, come anticipato alla “Regione” dal sindaco, “non è nemmeno stato possibile discuterne in modo serio e approfondi­to. Fino a che punto Lavizzara sarà in grado di assumersi i maggiori oneri d’investimen­to e di gestione legati a questa scelta?”. In sostanza l’ubicazione scelta per la futura casa anziani è, per Cevio, “una sconsidera­ta forzatura, dettata da pressioni o posizioni politiche che, nel caso specifico, sono decisament­e fuori luogo, incuranti delle vere necessità di questo pubblico servizio che ha al centro l’anziano e i suoi familiari e non le politiche di sviluppo regionale”. Le argomentaz­ioni di Cevio sono riassunte in una presa di posizione in cui fra l’altro emerge il timore che si tenti di rimediare a un problema (la difficile situazione di Lavizzara) “creandone un altro, forse più grande”. In altre circostanz­e (centro scolastico, pista coperta di pattinaggi­o, centro internazio­nale di scultura) Cevio ricorda di aver dato prova di solidariet­à con Lavizzara. Ma quelli, nota, erano “progetti che avevano una ragion d’essere; in queso caso è ben diverso”. Senza tacere il fatto che nonostante tutti gli investimen­ti milionari “vi è una progressiv­a involuzion­e nel numero di abitanti”.

Inoltre, a Lavizzara viene fatto osservare di aver concentrat­o tutti o quasi i suoi servizi a Prato Sornico, in barba alla delocalizz­azione che lei stessa auspica. E ancora, la scelta di Broglio determiner­ebbe “vari e concreti problemi, vuoi di clima, di distanze, di collocazio­ne, di mancanza di trasporti e servizi pubblici. Non sarà facile reperire il personale e difficilme­nte lo stesso prenderà residenza in loco”.

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TI-PRESS Il Centro sociosanit­ario di Cevio

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