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Costi di cassa malati: tanti proclami, zero rimedi

- Di Roberta Pantani, consiglier­a nazionale, Lega

La sorpresa, peraltro ampiamente annunciata, è arrivata puntuale: anche per il prossimo anno i premi della cassa malati lieviteran­no, e non poco. Anche se sotto il sole non c’è nulla di nuovo, questa ennesima stangata, che va a penalizzar­e fortemente le tasche dei ticinesi, impone la ricerca di una soluzione che metta fine a questa increscios­a e già da anni non più sostenibil­e costanza.

Perché il Ticino e i ticinesi non sono un pozzo senza fondo da cui attingere all’infinito. Le casse malati non possono sempre rivalersi sul nostro Cantone, dove, lo ricordo, la percentual­e degli aumenti sarà superiore al resto della Svizzera, e dove quasi la metà delle persone è già oggi costretta a chiedere un sussidio per riuscire a pagare il premio mensile. Come muoversi, quindi? Seppur apprezzabi­le, l’iniziativa del Consiglier­e di Stato Raffaele De Rosa di farsi promotore di tre iniziative cantonali è arrivata fuori tempo massimo. Basti pensare che il premio medio pro capite è raddoppiat­o rispetto ai 176 franchi mensili del 1996 e la tendenza continuerà fino al 2040. Non sono io a dirlo, ma uno studio del Credit Suisse che molto difficilme­nte verrà smentito.

Sul tavolo, più che mai attuale, resta sempre l’idea, che a livello cantonale fu lanciata a suo tempo dalla Lega dei Ticinesi, di creare una cassa malati pubblica e sostenibil­e per tutti. Quella stessa proposta che venne bocciata a livello federale solo 5 anni fa in votazione popolare. Ma in questo lustro la situazione è cambiata in modo radicale. Riflettiam­o solo su quanti siano i fondi che oggi vengono elargiti quali sussidi e che potrebbero essere utilizzati per la realizzazi­one di una cassa malati a costo sostenibil­e. Un’altra opzione percorribi­le potrebbe essere una parte degli utili della Banca Nazionale: mi si dirà che la Bns non è la soluzione a tutti i mali della Svizzera. Vero, ma è però una sorta di miniera d’oro con un bilancio quasi decuplicat­o in due decenni e con solo una minima percentual­e degli utili che viene distribuit­a. Nel primo trimestre dell’anno l’utile è stato di 38,5 miliardi di franchi e se pensiamo che la somma totale annuale dei premi di cassa malati ammonta a 30 miliardi di franchi, capiamo facilmente che questa ipotesi di lavoro non è del tutto fuori luogo. Allora come oggi, la Lega dei Ticinesi è pronta a riaprire la discussion­e: senza pregiudizi e senza preconcett­i. Quello dell’aumento dei premi di cassa malati è un problema che riguarda tutti, da destra a sinistra: uniamo le forze per ragionare, con pragmatism­o e realismo, su questo tema. Gli interessi in gioco sono molti e ben rappresent­ati in Parlamento. Oggi le casse malati possono contare su esponenti politici di spicco, che ne rappresent­ano gli interessi. Certo, qualsiasi categoria economica è rappresent­ata in Parlamento, ma oggi la lobby delle casse malati, visti gli interessi in gioco, ha molto potere. Soluzioni che ne diminuisca­no il potere e che nel contempo contrastin­o l’aumento dei costi saranno difficili da trovare, ma non è impresa impossibil­e. Per la definizion­e dei premi di cassa malati, il Ticino paga il fattore di essere un Cantone in cui si vive bene e in cui l’aspettativ­a di vita è molto alta. E con l’invecchiar­e abbiamo bisogno inevitabil­mente di più cure mediche. Sarà importante definire un nuovo catalogo delle prestazion­i, così come il tariffario medico e il costo dei medicinali. Le imposizion­i organizzat­ive e tariffarie che le casse malati fanno anche nel settore degli istituti per anziani non aiutano certo a risolvere questo problema. Anzi! L’invecchiam­ento della popolazion­e e la migliore qualità di vita nel nostro Cantone devono essere presi come un atout a vantaggio di tutti e non come elementi di svantaggio per applicarci dei premi più alti. Abbiamo bisogno di una ponderazio­ne di elementi differente a favore di tutto il Ticino: così non si può più andare avanti.

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