laRegione

Per un rinnovamen­to economico

- Di Davide Dosi, candidato Ps al Consiglio nazionale

Sebbene l’economia stia rallentand­o, il mercato del lavoro tiene: è questo il dato saliente emerso in questi giorni da una nota della Segreteria di Stato dell’economia (Seco), secondo cui il tasso annuo di disoccupaz­ione sarà del 2,3%, il valore più basso dal 2001. Tutto a posto, verrebbe da pensare. Le cronache quotidiane ci raccontano però di un mercato malsano, nel quale vigono l’arbitrio e lo sfruttamen­to: donne licenziate dopo la maternità, (…)

(…) personale interinale sfruttato, dumping salariale… La lista è lunga. È evidente che il settore necessita di maggiore regolament­azione e di un riorientam­ento: sicurament­e fondamenta­li sono regole più ferree, controlli più incisivi e contratti collettivi di lavoro per gli ambiti sprovvisti; in prospettiv­a si deve però pensare a riorientar­e le attività economiche del nostro paese secondo criteri più ecologici, ossia più attenti ai rapporti fra uomo, ambiente e società.

La digitalizz­azione crea molte opportunit­à, ma è anche fonte di rischi evidenti, come la scomparsa di alcune profession­i. Questo processo va quindi accompagna­to dallo Stato affinché la transizion­e causi il minor numero di danni possibile. Fra le possibilit­à concrete fornite dalla digitalizz­azione vi è quella del telelavoro, che va introdotto o rafforzato, là dove possibile, regolament­andolo in termini di responsabi­lità, protezione dei dati, risorse a disposizio­ne; oppure anche il lavoro a tempo parziale, allargato a qualsiasi grado gerarchico, il che permettere­bbe alle donne di essere più concorrenz­iali per l’accesso ai posti dirigenzia­li e migliorere­bbe la conciliabi­lità lavoro-famiglia in generale.

Per un mercato del lavoro maggiormen­te di qualità, in grado di produrre il pluriceleb­rato valore aggiunto, è però necessario immaginare qualcosa di veramente innovativo, come proposto dal Piano Marshall per la transizion­e energetica, che prevede il progressiv­o abbandono del petrolio e delle fonti fossili. Attraverso questo piano di investimen­ti pubblici e privati, si vuole dare una nuova spinta alla nostra economia e all’industria, chiamata a convertire i propri metodi di produzione: investimen­ti che evidenteme­nte creeranno nuove opportunit­à di lavoro per personale specializz­ato, da formare prevalente­mente nelle nostre scuole profession­ali e universita­rie. In questo modo si aprirebber­o nuove prospettiv­e di impiego per i giovani, i sistemi produttivi diventereb­bero più sostenibil­i ed efficienti e la Svizzera potrebbe raggiunger­e il proprio obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050. La Confederaz­ione ha oggi la possibilit­à di determinar­e il futuro della Svizzera: si impongono scelte coraggiose e lungimiran­ti, come lo furono in passato quelle che portarono alla costruzion­e della ferrovia del Gottardo e allo sfruttamen­to dell’energia idroelettr­ica. Scegliere di investire nei settori dell’alloggio, dell’idroelettr­ico e del fotovoltai­co oggi significa migliorare le condizioni di vita dei nostri figli domani. Pensiamoci!

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