Cure post acute, Raoul Ghisletta indignato
Esiste un problema all’Ospedale civico di Lugano con il trasferimento dei pazienti verso le cure post acute? È vero che gli 800 pazienti annui che in passato venivano inviati per le cure post acute alla Clinica Moncucco (che ha ripreso posti letto della Clinica San Rocco) non sono più accolti da questa struttura? Da quanto tempo è così?
Non sono giunte conferme né smentite da parte del titolare del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) Raffaele De Rosa ieri durante la seduta di Gran Consiglio alle richieste di spiegazioni, tramite un’interpellanza, da parte del deputato socialista Raoul Ghisletta che ha raccolto la segnalazione di un direttore sanitario dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc). Il consigliere di Stato ha rimandato la questione all’allestimento della pianificazione ospedaliera da rifare in seguito alla bocciatura dello scorso febbraio da parte del Tribunale amministrativo federale. E il Dss ha bisogno di ulteriori approfondimenti, siccome la questione non è supportata da dati oggettivi. Il consigliere di Stato ha tuttavia tenuto a sottolineare che «non siamo di fronte a carenze nella presa a carico dei pazienti tantomeno a insufficienze o disfunzioni nelle cure fornite al pubblico». Il deputato socialista, pur ringraziando il consigliere di Stato per le premesse fornite e il tentativo di dare spiegazioni, si è dichiarato indignato: «Il Consiglio di Stato dovrebbe rispondere a questa situazione scandalosa e tutti gli attori della sanità dovrebbero vergognarsi di questi grossi disagi per i pazienti riscontrati in particolare nel Luganese. Disagi segnalati peraltro da una persona direttamente attiva e operativa nel settore». E quindi, fino a prova contraria, Ghisletta attribuisce la responsabilità di questo pasticcio al conflitto fra gli attori privati e quelli pubblici. Nel giorni scorsi, ricordiamo, la Clinica luganese aveva risposto che “fino ai primi anni duemila erano circa 700 i pazienti trasferiti ogni anno dall’ospedale Civico alla clinica luganese e che negli ultimi 20 anni il numero è crollato per ragioni indipendenti dall’istituto che ha fornito le seguenti cifre: 189 pazienti nel 2015, 100 nel 2016, 96 nel 2017.