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Il top scorer inaspettat­o

Il difensore del Rapperswil Dominik Egli attende il Lugano e si gode il momento: ‘Alla vigilia non ci avrei creduto’

- Di Marco Maffiolett­i

Rapperswil – Chi è il casco giallo del Rappi? Cervenka? Kristo? Wellman? No: Dominik Egli, una delle rivelazion­i di questo avvio di campionato, autore di 12 punti (un gol e 11 assist) in altrettant­e partite. «Se me lo avessero detto alla vigilia, non ci avrei creduto. Oltretutto è raro che un difensore sia il top scorer. Ma il merito non è solo mio, ma dei compagni, bravi a finalizzar­e i miei spunti». Il 21enne è reduce da una difficile stagione a Bienne: non a caso dopo appena una ventina di gare fu girato al Kloten. «Credo sia stata colpa mia e non dell’allenatore. Non c’erano problemi d’incompatib­ilità: all’inizio ricevetti molta fiducia, ma non seppi sfruttarla e altri giocatori mi sostituiro­no giocando meglio. Comunque è stata un’esperienza utile: specialmen­te a livello mentale ho imparato molto». Per un giovane difensore è difficile prendere piede nella massima lega, anche per uno come Egli, etichettat­o da molti come grande talento. «È una strada lunga, io non mi sento mica già arrivato. Devo migliorare ancora diversi aspetti, specialmen­te in zona difensiva». E chissà che un giorno non arrivi, dopo le trafile nelle Nazionali giovanili, la convocazio­ne di Fischer. «È difficile fare previsioni, certamente io cerco di mettermi in mostra, e qui a Rapperswil ho la fortuna di ricevere molto spazio, vedremo poi le decisioni dello staff tecnico». La vita a volte è strana, due anni or sono il turgoviese, a quell’epoca a Kloten, retrocedet­te perdendo lo spareggio proprio contro i Lakers. Leggendari­a la scena nell’overtime della sfida decisiva, con Egli che esultò convinto di aver segnato la rete della salvezza, ma la sua deviazione in verità si stampò sul palo della gabbia difesa già allora da Nyffeler. «Ho riguardato l’episodio molte volte. In quel momento provai una grande tristezza: non è stato facile dimenticar­e l’accaduto, ma ora, specialmen­te grazie al fatto appunto di giocare qui a Rappi, ce l’ho fatta e sono sereno e felice. Con Melvin ci conoscevam­o già a quei tempi: qualche battuta e sfottò ovviamente ci sono stati, ma ormai il tutto fa parte dei ricordi». I sangallesi hanno cominciato bene il campionato, concedendo poche reti e ottenendo 3 shutout, ma nelle ultime uscite hanno subito parecchi gol. «Sapevamo che sarebbe stato difficile continuare sull’ottima onda dell’inizio, ma è vero, non siamo più stati pronti a dovere, e spesso abbiamo mancato l’entrata in materia, concedendo sempre una segnatura dopo pochi istanti». I Lakers sono un mix tra elementi giovani e uomini di esperienza, su tutti spicca il ceco Cervenka (attualment­e infortunat­o: ieri si è allenato con una maglia distintiva). «È una bella miscela, c’è un buon potenziale. Da Cervenka si può solo imparare, non solo a livello hockeistic­o, bensì anche in ambito umano: è una persona semplice, un gran lavoratore. È uno dei primi a scendere sul ghiaccio e uno degli ultimi a lasciarlo». Affrontare il Lugano senza di lui rende il compito ancora più duro. «I bianconeri mostrano un gran bel gioco, lo abbiamo visto settimana scorsa; sanno sempre cosa fare col disco e i difensori partecipan­o attivament­e alla fase offensiva. Sarà importante essere pronti da subito e sfruttare il fattore-pista».

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TI-PRESS/GOLAY Il difensore dei Lakers è una delle sorprese in positivo di questo inizio di stagione

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