laRegione

Chiaro monito a Paolo Sanvido

- di Matteo Caratti

Sorpresa: ci è voluto un secondo turno in Gran Consiglio per rieleggere Paolo Sanvido nel Cda dell’Ente (…)

(…), che attualment­e presiede. Un voto che lo indebolisc­e e ipoteca non poco la sua riconferma a presidente. Chiaro il segnale per un uscente che si era mosso come un elefante nella cristaller­ia, inviando il famoso sms dal contenuto imbarazzan­te – ricordate? ‘ti offro il primariato della cardiologi­a all’Eoc, puoi chiedere tutto quello che vuoi’ – al primario del Cardiocent­ro Giovanni Pedrazzini, invitandol­o di fatto a voltare le spalle al Cardiocent­ro dei Moccetti e a passare al soldo dell’Ente ospedalier­o. Costasse quel che costasse. Un’offerta maldestra, i cui costi – se la campagna acquisti fosse andata liscia – sarebbero stati sopportati dall’Ente pubblico! Un sms finito persino in procura per verificare se fosse stato commesso, o meno, abuso di autorità in un momento in cui il Dss, allora diretto da Paolo Beltramine­lli, aveva già altre gatte da pelare sul fronte dello scandalo Argo1.

Ora, che fra Eoc e Cardiocent­ro dal brutto tempo (il muro contro muro e l’arma dell’iniziativa brandita) si è passati al bello, il parlamento ha deciso di manifestar­e così il suo legittimo dissenso. Caro Sanvido, nota bene che ti rieleggiam­o solo al secondo turno, quindi senza particolar­e entusiasmo. Probabilme­nte all’uscente sono venuti meno anche voti di alcuni suoi leghisti. Che abbia pesato anche l’appello del figlio del Nano, di qualche tempo fa, che ammoniva come questa Lega non sarebbe piaciuta a suo padre?

Altro segnale lanciato dal parlamento riguarda l’elezione del vicesindac­o di Bellinzona nel Cda dell’Ente. Anche Andrea Bersani è stato eletto solo al secondo turno, dopo che dall’estrema sinistra gli hanno contestato le competenze specifiche in ambito sanitario. Qui il discorso è diverso: quale ruolo deve assolvere un membro del Cda di un ente parastatal­e? Deve essere un (super) specialist­a, o deve dare un indirizzo più politico all’Ente? Assodato è certamente che gli specialist­i occupino le cariche nella direzione, per il resto il dibattito non è nuovo. In analoghe realtà (BancaStato per esempio) i paletti sono stati fissati assai più stretti, anche se pure in quel caso ai vertici sono stati eletti politici che avevano occupato importanti poltrone partitiche. Politici avvocati, non certo grandi specialist­i di banche e finanza.

L’ideale in questa delicata ricerca di equilibri è che nei Cda degli enti parastatal­i siedano membri competenti che appartengo­no in parte al mondo della politica (che però non siano nel contempo in parlamento, chiamati magari a votare crediti e ratificare conti) e in parte tecnici.

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