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Mezza Catalogna contro Madrid

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Barcellona – Migliaia di catalani sono tornati ieri a protestare contro le pesanti condanne (dai 9 a 13 anni di carcere) inflitte dal Tribunale supremo spagnolo a dodici leader indipenden­tisti. Negli scontri con i Mossos de esquadra, la polizia locale, vi sono stato numerosi feriti e arresti, mentre le manifestaz­ioni all’aeroporto di Barcellona hanno provocato la cancellazi­one di decine di voli. La polizia ha caricato i manifestan­ti a Barcellona e Girona, quando hanno tentato di entrare nelle sedi della delegazion­e del governo di Madrid. Il bilancio, quando però non si erano esaurite le manifestaz­ioni nelle due città, era di oltre 130 feriti tra i manifestan­ti e 40 tra gli agenti. Tre le persone arrestate. “Esercitere­mo di nuovo il nostro diritto all’autodeterm­inazione”, ha affermato il presidente della Generalita­t de Catalunya, Quim Torra. Parole ancora più esplicite quelle del presidente del Parlamento catalano Roger Torrent, con cui Torra ha reso omaggio alla tomba di Lluís Companys, il presidente della Generalita­t de Catalunya dal 1934 e durante la Guerra civile, fatto fucilare da Franco nel 1940. Torrent ha evocato un nuovo referendum sull’indipenden­za e chiesto un’amnistia per i separatist­i condannati. Su quest’ultima ipotesi è arrivata la chiusura del governo ad interim guidato da Pedro Sanchez: l’esecutivo di Madrid ha espresso “il rispetto assoluto e la conformità dell’esecutivo alla sentenza” dalla Corte suprema spagnola.

Il ministro degli Esteri Josep Borrell, cittadino catalano e prossimo alto rappresent­ante dell’Ue, ha stigmatizz­ato l’“atteggiame­nto totalitari­o” dei separatist­i che, ha detto, “escludono parte della popolazion­e che non la pensa come loro”. È pur vero che l’applicazio­ne delle pene sarà di competenza della giustizia catalana, che facilmente concederà ai prigionier­i i benefici contemplat­i dal codice, e forse questo, si spera, concorrerà a stemperare la tensione.

Anche a Bruxelles, si è poi ripetuta la protesta dei separatist­i catalani guidati dall’ex presidente della Generalita­t Carles Puigdemont, sul cui capo pende ora un nuovo mandato di arresto internazio­nale. “Non si tratta di un problema catalano o spagnolo – ha detto –, questo è un problema che ci riguarda tutti”.

Nei prossimi giorni, i catalani hanno in programma di organizzar­e nuove marce di protesta mentre per venerdì i sindacati hanno organizzat­o uno sciopero generale.

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KEYSTONE Gli scontri

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