Impianti, palla ai Comuni
Il Gruppo di lavoro sui Centri sportivi si concentra su messa in rete e tipologia delle strutture
Al tavolo siederanno anche Breggia, Morbio Inferiore, Maroggia e Riva San Vitale per una missione ‘tematica’. E si comincia a fare i conti.
La parola d’ordine ormai è ‘pensare regionale’. Sugli impianti sportivi i Municipi del distretto sono determinati a lavorare insieme. C’è voluto del tempo, ma adesso che la macchina si è messa in moto – motore Coldrerio, Chiasso e Mendrisio – non si è di certo intenzionati a fermarsi qui. Rotto il ghiaccio, infatti, si è già entrati nella ‘fase 2’ (e con la ‘benedizione’ generale, cfr. ‘laRegione’ del 16 maggio); e delineata la mappa delle infrastrutture del Mendrisiotto (con le sue eccellenze e le sue criticità), si è passati a ragionare sulla possibile condivisione di dati e disponibilità. Ma c’è di più: al tavolo di lavoro si sono aggiunti altri quattro Comuni: Breggia, Morbio Inferiore, Maroggia e Riva San Vitale; che adesso avranno una missione precisa.
Stavolta, insomma, dalle buone intenzioni si è (davvero) passati ai fatti. Dimostrando a chi ha creduto nel progetto (mettendo peraltro mano al portafoglio), l’Ente regionale per lo sviluppo (Ers) del Mendrisiotto e Basso Ceresio, che si è pronti a rimboccarsi le maniche. Forti dei numeri del distretto ‘sportivo’ messi in fila dai consulenti della Comal, l’operazione continua. Tant’è che a settembre si sono fissati altri obiettivi, sullo sfondo il traguardo finale che vale un’aspirazione (almeno del Gruppo di lavoro): immaginare un unico ente alla gestione degli impianti comunali. Con la legislatura agli sgoccioli, questo sarà però un compito lasciato ai futuri amministratori.
Fase due, doppio obiettivo
Restiamo, però, al presente. «Non dimentichiamo – conferma il capodicastero Sport e tempo libero di Chiasso Davide Lurati – che abbiamo dei tempi da rispettare e che dobbiamo onorare la fiducia riposta in noi dall’Ente». Quindi nel prossimo anno (circa) di lavoro ci si dedicherà a due punti in particolare. «In effetti – ribadisce Lurati –, da un lato ci si soffermerà sulla messa in rete delle informazioni relative ai Centri sportivi, a cominciare dall’allestimento di un preventivo sui costi. Mentre dall’altro, grazie al contributo dei colleghi degli altri quattro Comuni, riuniti in un Gruppo di lavoro tematico, ci si occuperà di classificare, per importanza, le strutture presenti sul territorio. E ciò tenendo presente la mappatura a disposizione, gli elementi raccolti dalle società e i progetti in divenire». Le finalità dell’esercizio, d’altro canto, sono chiare e quantomai concrete, come hanno mostrato gli esperti nella loro analisi. Realizzare un portale di riferimento darà modo a Comuni e sodalizi di poter contare su un calendario collettivo, sulla possibilità di pianificare meglio l’occupazione degli spazi (anche per gli allenamenti), di ‘leggere’ le esigenze locali e di agevolare, ad esempio, la prenotazione di un impianto. Il tutto con un occhio, per il futuro, al turismo sportivo.
Certo, giunti a questo punto, anche gli enti locali dovranno attingere alla cassa. Non di meno, stilare una sorta di graduatoria delle infrastrutture, da quelle di carattere federale, a quelle cantonali e comunali (così come demandato al Gruppo tematico), permetterà, fa capire Lurati, di definire meglio le singole richieste di sussidio. E anche questo non è un aspetto trascurabile, a maggior ragione nell’ottica degli impianti già previsti e dei poli sportivi per ora nei piani. E qui il pensiero va anche alla possibilità di inserire all’interno del campus scolastico di Mendrisio una piscina coperta: la disponibilità a discuterne del Cantone c’è.
Per il momento ci si accontenta, in ogni caso, di raggiungere questo ulteriore gradino nel processo regionale. E si è fissata pure una scadenza. «Tra la fine dell’anno e la primavera 2020 avremo a disposizione gli elementi necessari», annota Lurati. «Il passo successivo? Entrare nel merito dell’obiettivo più a lungo termine della possibilità di creare un ente comune per il coordinamento e la gestione degli impianti sportivi». Visione che resta la cosiddetta ‘variante maxi’ dell’intero piano d’azione regionale.
Quest’ultima però è una partita ancora tutta da giocare.