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L’emergenza climatica e la necessità di agire in fretta

- Di Matteo Buzzi e Samantha Bourgoin, co-coordinato­ri dei Verdi del Ticino

L’estate che abbiamo lasciato alle spalle porta con sé alcune indelebili tracce di antropocen­e, la prima era geologica dove è ormai l’umanità a dettare le sorti planetarie. Alla mente rimangono la prima ondata canicolare con una notte tropicale al Pizzo Matro (2’100 m), l’orso polare siberiano che ha dovuto fare diverse centinaia di chilometri per cercare cibo, la spaventosa ondata canicolare in India-Pakistan con 50 gradi e lo scioglimen­to senza precedenti del ghiaccio artico come pure del ghiacciaio del Basodino dopo un inverno molto nevoso.

Nonostante i segnali del clima che cambia sotto l’impulso delle attività umane siano inequivoca­bili, il problema climatico è purtroppo ancora sottovalut­ato. Ascoltando i dibattiti elettorali sembra che tutti sono a parole favorevoli ad una protezione del clima. Nei fatti la maggioranz­a dei salotti televisivi però si squaglia. Tra chi continua a difendere il diritto di inquinare in totale libertà a chi si nasconde dietro la necessità di un’innovazion­e che verrà, quando già ci sono gran parte delle tecnologie necessarie, tra chi si oppone a priori a nuove tasse di disincenti­vo (nota bene redistribu­ite alla popolazion­e per premiare i virtuosi e tenendo in consideraz­ione redditi e zone periferich­e) ma poi boccia anche un massiccio ampliament­o degli incentivi, sembra esserci una gara a posticipar­e le misure efficaci.

Gli studi più recenti indicano chiarament­e che se si vuole rispettare l’obiettivo di limitare il riscaldame­nto globale sotto i 2 gradi bisogna ridurre le emissioni globali del 3% all’anno. Non abbiamo più tempo a disposizio­ne per continuare a fare poco magari tentando di giocare la presunta carta di una “Svizzera come esempio a livello mondiale”. Se si consideran­o tutti i consumi la Svizzera si trova nei primi 20 posti a livello mondiale per emissioni pro capite di gas serra e la sua piazza finanziari­a (incluse le casse pensioni) moltiplica per 20 le emissioni dell’intero Paese. Una politica seria ed incisiva di protezione del clima implica tutta una serie di decisioni coraggiose. L’uscita completa dai combustibi­li fossili e la loro sostituzio­ne con le energie rinnovabil­i è sicurament­e l’obiettivo primario da raggiunger­e entro il 2030-2050 anche per trattenere in Svizzera 15 miliardi di franchi. La mobilità dovrà diventare più collettiva e basata sulla propulsion­e elettrica e il trasferime­nto delle merci su rotaia. Nell’alimentazi­one si dovrà favorire il consumo di proteine vegetali, riducendo la produzione di carne e latticini nelle zone di pianura e adottando sistemi di coltivazio­ne biologici. Ogni secondo un metro quadrato di terreno viene cementific­ato. La produzione di cemento è in gran parte basata sul fossile. Fermare la speculazio­ne edilizia è quindi un chiaro atto in favore del clima.

I Verdi da oltre 30 anni propongono con competenza valide soluzioni. Grazie alla lista Verdi e Sinistra Alternativ­a gli elettori e le elettrici ticinesi possono ora scegliere il 20 ottobre quel cambiament­o swiss made in favore della salvaguard­ia del clima.

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