Lega: quando il padrone morde il cane
La Lega di oggi, dice il figlio del suo padre fondatore, non sarebbe a lui piaciuta. Ma quale Lega? Quella asfittica di via Monte Boglia o quella che lavora ed opera sul territorio, porta i voti ad ogni richiesta e si batte per le nostre libertà, le nostre minoranze ed il nostro futuro? E lo fa nel silenzio più assordante. L’arduo quesito ha una sola risposta non difficile da individuare. Sin dagli inizi siamo stati abituati a che la Lega avesse un proprietario che parimenti era pure proprietario del giornale domenicale. Con la non indifferente prerogativa che il Nano non lo ha mai fatto pesare a nessuno. Infatti Giuliano era aperto al dibattito ed al confronto, soprattutto interno. Basterà ricordare gli scontri di Flavio Maspoli con il sottoscritto; scontri – a volte pubblici – sui temi e non sulle persone. Inutile negare che oggi molti leghisti sono delusi, in parte arrabbiati ed i restanti apatici loro malgrado. E come dar loro torto! Molti, anzi troppi, seppur privi della memoria storica del Movimento, si dilettano a definirsi “leghisti della prima ora”; ma poi non mettono mai fuori né naso né faccia. Il giornale domenicale, gloria e vanto della Lega, è ormai diventato il portavoce del triangolo (personale) ove il comando è lasciato liberamente nelle mani della coppia di due “candidi” amanti andando, regolarmente di martedì, ad infoltire la raccolta differenziata. Ed ho la ferma impressione che nell’urna del Nano non vi sia rimasto più nulla, per effetto dei “giramenti a mo’ di tornado” che questa situazione gli sta provocando. Però c’è sempre la Lega vera, quella del famoso (e dimenticato) “zoccolo duro” di cui mi onoro, tra i pochi rimasti di far parte, seppur avendo l’impressione di essere un po’ come l’ultimo dei Moicani. E vi è sempre la Lega, quella che ha fatto parte della solida base, che nelle ultime cantonali – nonostante la situazione anomala venutasi a creare – ha pur saputo parare i colpi – grazie anche all’Udc – nonostante la perdita di quattro rappresentanti in Gran Consiglio. Sappiamo che il Nano era capace nel giro di poche settimane, allorquando intravedeva delle difficoltà, di trasformare queste difficoltà in successi. Oggi in via Monte Boglia manca chi dovrebbe aver imparato qualcosa da lui. La “vestale” chiamata a tener vivo il fuoco leghista dorme. E quando non dorme se ne guarda bene dal metter fuori la faccia proferendo, ma quando mai, un minimo di direzione nella quale vorrebbe andare! Per contro si perde nel fare la guerra a se stessa, alla Lega oltre che a chi scrive. Eccolo il padrone che morde il cane! Per fortuna vi sono ancora, fra altri, i due consiglieri di Stato i quali – come se non avessero già il loro bel da fare – devono pure cantar messa, recitare il rosario e portare la croce. La Lega di oggi, quella sana e dallo spirito libero ovviamente, dimostrerà ancora una volta il proprio volto e la propria faccia. Almeno me lo auguro. Poi al 21 ottobre, come diceva Giuliano, ci conteremo; e comunque andrà, sarà opportuno che qualcuno rifletta seriamente sul futuro, perché le comunali sono ormai ad un passo. Dalla base bastone e carota sono pronti. Il bastone sapremmo come usarlo, mentre per la carota abbiamo al vaglio diverse alternative.