‘Sistematiche violazioni del diritto umanitario’
Roma – La Turchia sta attuando “sistematiche violazioni del diritto umanitario”, attacchi “ripetuti e intenzionali” su obiettivi civili, compresi ospedali e impianti per la distribuzione dell’acqua potabile e, soprattutto, ha avuto un ruolo fondamentale nella fuga di familiari e combattenti dell’Isis dai campi di detenzione che erano sotto il controllo dei curdi. L’accusa arriva da ‘Un ponte per’, l’unica Ong italiana che operava nel Nord-est della Siria e che ha presentato un rapporto alla Camera elencando tutti gli episodi di violazioni commesse in questi primi dieci giorni di guerra dai turchi e dalle milizie siriane loro alleate.
«Non possiamo lasciare soli i curdi, c’è in atto un progetto di sradicare un intero popolo e una battaglia contro le donne», dice la copresidente Angelica Romano rivolgendo specifiche richieste al governo: bloccare la vendita di armi, lavorare per la creazione di una no fly zone e, soprattutto, ritirare il contingente italiano in Turchia.
Dal rapporto, che cita fonti Oms, Onu e Mezzaluna rossa curda, emerge che c’è in atto “un’emergenza umanitaria su vasta scala” che ha già provocato 250mila sfollati, 62 vittime civili verificate e 320 feriti gravi. Nel documento, ‘Un ponte per’ mette in fila una serie di episodi che sarebbero direttamente riconducibili all’esercito turco. A partire da quelli che riguardano le carceri, dove si trovavano miliziani e familiari dell’Isis. La ong cita poi diversi episodi che riguardano gli attacchi ai civili, come i blitz sugli ospedali di Tell Abiad e Ras el Ein, quelli sulle scuole di Yabseh e Tell Abiad e quello all’impianto idrico di Allouk, pesantemente danneggiato.