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Un dormitorio per senzatetto (in regola) a Como Il sindaco scrive al vescovo e fa appello a chi ha spazio

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Il sindaco di Como Mario Landriscin­a ha scritto una lettera al vescovo Oscar Cantoni per chiedere se dispone di un immobile da destinare all’accoglienz­a di senzatetto (in regola). Palazzo Cernezzi non è in grado, infatti, di mettere a disposizio­ne un proprio immobile come dormitorio permanente. Ovvero così come deciso dal Consiglio comunale lo scorso 25 aprile, approvando una mozione trasversal­e firmata da tre consiglier­e. Della missiva indirizzat­a, oltre che al vescovo, anche ad altri venti indirizzi del territorio (fra istituzion­i, associazio­ni di categoria ed enti), si è venuti a conoscenza l’altroieri in occasione di una seduta del legislativ­o. “Gli immobili comunali potenzialm­ente destinabil­i […] non risultano mediamente a norma di legge per quanto riguarda le certificaz­ioni previste e richiedono in ogni caso corposi investimen­ti comportant­i, per l’amministra­zione, un concreto problema di natura economica, avendo la priorità di assicurare l’agibilità agli edifici scolastici cittadini, per lo più privi di Certificaz­ione prevenzion­e incendi, oltre che abbisognev­oli di consistent­i manutenzio­ni”: recita uno dei passaggi più incisivi della lettera. Si confida quindi in chi potrebbe avere la disponibil­ità di un “immobile adeguato per l’accoglienz­a, agibile e destinabil­e a dormitorio pubblico, a titolo gratuito o a condizioni sostenibil­i per l’amministra­zione, capace di accogliere almeno 30 persone”. Sino ad ora, però, non ci sono state risposte. Intanto, Caritas potrebbe anticipare di un mese l’allestimen­to dei tendoni.

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