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In pista con lo stimolo giusto

L’Ambrì e un congedo col sorriso. Goi: ‘Avessimo staccato oggi la spina, sarebbe stato difficile riattaccar­la per tempo per il prossimo impegno’.

- Di Moreno Invernizzi

Ambrì – «Oggi era difficile trovare le motivazion­i giuste – sottolinea Tommaso Goi –. Abbiamo cercato di giocare semplice, di fare il nostro hockey, come avremmo fatto in una qualsiasi altra partita di campionato: se avessimo preso quest’ultima sfida di Champions League sotto gamba, scendendo in pista senza la dovuta concentraz­ione, probabilme­nte sarebbe poi stato difficile riattaccar­e la spina fin da subito nel prossimo impegno, venerdì a Langnau. È da qui che abbiamo trovato il giusto stimolo per affrontare a viso aperto il Banska Bystrica». Nell’archiviare questa esperienza europea, il numero 26 dei biancoblù traccia un bilancio comunque positivo. Ma con un po’ di rammarico. Come, in particolar­e, per la sconfitta ai rigori alla Valascia contro il Monaco... «Un po’ di rammarico c’è sempre quando esci da una competizio­ne. Ma, tirando le somme, abbiamo disputato ottime partite contro squadre del calibro di Monaco e Färjestad».

A fargli eco è Noele Trisconi: «Bisogna essere onesti: non è facile trovare la motivazion­e in una partita di liquidazio­ne come questa. Ma ci siamo posti degli obiettivi, e abbiamo allora cercato di raggiunger­e quelli». Ossia? «Trovare anzitutto una certa continuità nella prestazion­e per cercare di preparare al meglio un weekend che si preannunci­a assai impegnativ­o. Non siamo entrati sul ghiaccio ‘tanto per’, ma soprattutt­o per cercare la costanza per il campionato». I 10 punti conquistat­i (frutto di tre successi pieni e una sconfitta ai rigori) non sono bastati all’Ambrì Piotta per superare la fase a gironi: c’è del rammarico per non essere riusciti a staccare il biglietto per gli ottavi? «Non serve a granché guardarsi indietro o piangersi addosso. Le partite sono andate come sono andate; potevamo fare meglio, sì, ma poteva anche capitare l’esatto contrario. Come prima esperienza di Champions League possiamo essere contenti di come abbiamo giocato, e di come siamo andati a testa alta ad affrontare le nostre avversarie lontano da casa». «L’abitudine di vincere bisogna lavorarla, tanto in partita quanto in allenament­o – sottolinea Luca Cereda –. È un processo molto lungo che stiamo cercando di portare avanti: stasera la nota positiva è questa: essere riusciti a vincere in una situazione non facile. E di questo possiamo essere contenti».

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TI-PRESS/GOLAY Amichevole un corno

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