In Ticino giù i fallimenti e cresce il numero di imprese
Le liquidazioni di aziende a seguito di un fallimento in Ticino sono in calo. Nel secondo trimestre del 2019, infatti, il tasso di fallimento – vale a dire il numero di liquidazioni per fallimento rapportato al numero di imprese attive – adesso è pari allo 0,28 per cento, a fronte dello 0,34 per cento registrato nel primo trimestre. Lo comunica l’Osservatorio delle dinamiche economiche (O-De) dell’Istituto di ricerche economiche (Ire). Che aggiunge come, al riguardo, siano “diminuiti notevolmente, circa del 50 per cento, nel distretto di Mendrisio”.
Ma il calo è diffuso a livello cantonale, fatta eccezione per il distretto di Bellinzona dove invece risultano “sostanzialmente stabili”. E se calano i fallimenti aumenta – meglio, continua ad aumentare – il numero delle imprese in Ticino. Nel secondo trimestre di quest’anno “si è registrato un aumento di 117 unità rispetto allo stesso periodo del 2018”, con una crescita quindi del 21 per cento. L’aumento è dettato dal saldo positivo tra 547 nuove aperture e 430 cancellazioni. L’evoluzione positiva “ha interessato tutti i distretti. L’incremento è stato di 26 imprese per il distretto di Lugano, 20 per il distretto di Mendrisio, 34 per il distretto di Locarno e 29 per il distretto di Bellinzona. I restanti distretti, nel loro insieme, hanno complessivamente registrato un aumento di 7 unità”. Analizzando il profilo settoriale delle imprese iscritte e cancellate dal registro di commercio, emerge come continuino a crescere le imprese “nei settori delle attività professionali scientifiche e tecniche, della cura della salute, dell’informazione e tecnologia delle attività turistiche”. In miglioramento è anche
“l’evoluzione delle imprese del commercio, il cui numero risulta ora in leggera crescita rispetto al trimestre precedente, e del settore delle costruzioni, con un numero di imprese in forte aumento. Rimane invece sostanzialmente stabile il numero di società attive nel settore manifatturiero”. E si tratta di aziende sempre più ‘svizzere’, nel senso che “con riferimento alla proprietà delle nuove imprese iscritte, si registra un aumento dei soci o proprietari con nazionalità svizzera (ora pari al 51 per cento)”.