Anche Aoun nel mirino delle manifestazioni
Beirut – È stato accolto da un “dimissioni” collettivo il discorso di Michel Aoun ai libanesi. A una settimana dall’inizio delle più partecipate manifestazioni degli ultimi anni, il presidente è comparso in tv per tentare di ingraziarsi i cittadini. Aoun ha ribadito la sua volontà di garantire la libertà di manifestazione e di espressione. Ma ha escluso ogni modifica “precipitosa” dell’equilibrio politicoconfessionale libanese, come invece richiesto dalle centinaia di migliaia di persone che occupano le piazze. “Il sistema – ha detto Aoun – non si cambia dal giorno alla notte. Il sistema è paralizzato e va rinnovato. E questo può essere fatto soltanto nel quadro delle istituzioni previste dalla Costituzione”. Un passo alla volta, però: “prima” i manifestanti si accontentino del “pacchetto di riforme economiche” proposte dal governo. Macché. Ai microfoni degli inviati delle tv libanesi al Jadid e Lbc, presenti nelle piazze delle proteste, nate contro il carovita e la corruzione, diversi manifestanti hanno espresso in maniera rabbiosa ed esplicita la loro richiesta di vedere “dimessi tutti i politici, incluso Aoun”. Nelle proteste di ieri, si sono infiltrati attivisti del movimento sciita Hezbollah, scontrandosi con gli altri manifestanti. Il fatto è che Hezbollah sente la terra che scotta. Ieri, la sua tv al Manar, ha messo in guardia i manifestanti dal non prestarsi ai “complotti stranieri” e a non “favorire il caos”.
Gli attivisti di Hezbollah a Beirut hanno cantato slogan in difesa del leader del Partito di Dio, Hasan Nasrallah, anche lui da giorni oggetto della protesta. Non era mai successo prima, tanto meno nelle roccaforti di Hezbollah e del suo alleato Amal, nel sud del Paese e nella valle della Bekaa, dove invece la protesta si è estesa.
Mercoledì, attivisti di Amal e di Hezbollah avevano tentato di disperdere il sitin di fronte alla sede del comune di Nabatiye. Al Manar ha cercato di minimizzare l’entità della protesta, sostenendo che “non è una notizia che si manifesti a Nabatiye” perché la città e “tutto il sud del Libano hanno una storia di proteste”. Ma non contro Hezbollah.