Airolo, ricorso respinto contro l’acquisto dell’Alpina
«Una sentenza incompleta e di parte. Sto valutando se appellarmi al Tribunale amministrativo cantonale». Niente da fare per Franco Jori, uno dei tre referendisti di Airolo che nei mesi scorsi aveva impugnato l’acquisto comunale dell’hotel Alpina anche con un ricorso che il Consiglio di Stato ha però ora respinto, come riporta il ‘CdT’ online. Da noi interpellato, il ricorrente e co-referendista sta dunque riflettendo sull’opportunità o meno di rivolgersi all’istanza superiore. Intanto il Municipio ha fissato per domenica 15 dicembre la chiamata alle urne sul referendum contrario al credito di 3,73 milioni votato il 30 aprile dal Consiglio comunale per l’acquisto dell’immobile con lo scopo di affittarlo per almeno 10 anni all’Ufficio federale delle strade (Ustra), il quale vi alloggerebbe gli operai impegnati nel cantiere per la seconda canna sotto il Gottardo e la riqualifica ambientale del fondovalle. Qualora il ricorrente dovesse appellarsi al Tram e questi accoglierne le contestazioni, la decisione del Cc verrebbe annullata indipendentemente dal risultato alle urne. Nella sua decisione il CdS ritiene che il Cc si sia espresso sulla proposta d’acquisto con la necessaria conoscenza di causa grazie alle informazioni fornite dal Municipio sia nel messaggio, sia durante i lavori commissionali, sia durante la seduta decisionale. Nel merito dell’operazione, il governo ritiene che non violi il divieto di speculazione sancito dalla Loc e che il rischio finanziario appare nullo per il Comune considerando sia l’affitto annuo di 290’750 franchi, sia la garanzia di 300mila franchi che gli attuali proprietari metteranno a disposizione per coprire eventuali costi straordinari. Inoltre l’utilizzo della struttura così come indicato è il presupposto per la costruzione del vallo di protezione antivalangaria (costo 1,3 milioni) finanziato per metà dall’Ustra. Non da ultimo il CdS evidenzia che al termine dei lavori il Comune potrà riqualificare il complesso Alpina a scopi ricettivi creando sinergie con le attività pubbliche, di svago e turistiche che si intende sviluppare nel fondovalle riqualificato, peraltro coinvolgendo anche la stazione di Pesciüm. Da qui, conclude il governo, l’esistenza di un chiaro interesse pubblico all’acquisto.