Un triangolo poco ‘velato’ di droga: arresti e denunce
Se la domanda del gioco d’azzardo da quindici mesi si è spostata verso altri casinò, a Campione d’Italia permane alta l’offerta e lo spaccio di droga, concentrando nell’enclave loschi giri dediti al traffico di sostanze stupefacenti. La conferma ci viene dal Nucleo dei Carabinieri campionese che mercoledì ha portato a termine una nuova operazione antidroga con l’arresto di due albanesi, entrambi di 28 anni, residenti nella provincia di Como e già noti alle forze dell’ordine per reati analoghi. Un’indagine che ha preso corpo a febbraio con l’accertamento di alcuni episodi di spaccio che hanno visto coinvolti altri due giovani, questa volta residenti a Campione, entrambi denunciati e attualmente in stato di libertà. Nel corso delle indagini i Carabinieri hanno via via scoperto che i giovani campionesi si rifornivano sulla piazza di spaccio di Como per poi rivendere la merce nell’enclave e in Ticino. “Le indagini – rimarca il Nucleo operativo di Campione d’Italia – condotte con l’ausilio di ogni possibile tecnologia e suffragate da attività di osservazione, pedinamento e indagine su personaggi operanti nel mondo dello spaccio, hanno permesso di scoprire l’esistenza di un ingente traffico di droga, in particolare cocaina, che, da un primo livello operativo accertato in territorio campionese e svizzero, portava ad un secondo e più consistente livello di spaccio, portato avanti dai due albanesi arrestati, considerati, per l’ingente quantitativo di sostanza trattata, dei veri professionisti”. Gli investigatori hanno potuto documentare almeno dieci episodi, in particolare nell’area comasca, per il traffico di circa mezzo chilo di cocaina e un giro di denaro di 50mila euro. I due albanesi sono stati arrestati nelle loro abitazione di Solbiate con Cagno, in provincia di Como dai militari campionesi in collaborazione con la Stazione di Olgiate Comasco. “L'incessante attività nello specifico settore – hanno evidenziato i Carabinieri – ha fatto emergere un fenomeno sino ad ora ‘velato’ ma che di fatto, pervade l’enclave e più in generale il Luganese”.