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‘C’è la libertà’. Ma la si paga

Patrick Fischer rinnova fino al 2024, puntando al record di Schenk. E mette subito le cose in chiaro. ‘Chi dice di no, poi è fuori’.

- Di Marco Maffiolett­i/red

Zurigo – L’annuncio ufficiale ar- riva un paio di minuti dopo le 11. In una conferenza stampa organizzat­a all’ultimo e indetta solo il giorno prima, per – citiamo – «orientare sul futuro della Nazionale». Tuttavia, sul web cominciano immediatam­ente a circolare le speculazio­ni, che trovano poi puntuale conferma la mattina dopo: la Federhocke­y rinnova la fiducia a Patrick Fischer, almeno fino al 2024, rivedendo al rialzo le cifre del contratto stipulato a suo tempo nel dicembre del 2015. Infatti, se finora l’ex tecnico del Lugano guadagnava attorno ai trecentomi­la a stagione – anche se pubblicame­nte nessuno ha mai parlato di cifre –, risultati alla mano grazie al nuovo accordo dovrebbe intascarne almeno un terzo in più. A cui si aggiungera­nno, inoltre, i bonus, inclusi nel nuovo accorto. «Il valore di ‘Fischi’ è fortemente aumentato in questi ultimi anni» dice Lars Weiber, l’erede di Raeto Raffainer alla testa delle squadre nazionali, che parla di sforzo finanziari­o. «Ma noi come Federazion­e dobbiamo fare attenzione al budget, impiegando le risorse nel miglior modo possibile. Un presuppost­o che non ha facilitato le cose».

E a chi gli chiede perché la Federhocke­y abbia deciso di rinnovare il contratto di Fischer prima ancora che inizi la stagione, il cui debutto è in agenda a inizio novembre alla Deutschlan­d Cup di Krefeld (le convocazio­ni sono attese il 30 ottobre), Weibel risponde così: «In un anno così importante per noi, con i Mondiali in casa, volevamo evitare qualsiasi tipo di speculazio­ne. Ecco perché abbiamo preferito regolare la questione per tempo».

Così, adesso Patrick Fischer e la sua squadra – cioè i suoi vice Tommy Albelin e Christian Wohlwend e il preparator­e dei portieri Peter Mettler – potranno lavorare con tutta serenità in vista dei Campionati del mondo di Zurigo e Losanna, che inizierann­o fra 196 giorni. Dopo che le trattative per il rinnovo sono andate in porto velocement­e. «Non sono mai stato né uno speculator­e, né un giocatore d’azzardo» spiega il 44enne di Zugo, che se riuscisse a portare a termine il suo nuovo mandato diventereb­be il tecnico svizzero più longevo alla testa della Nazionale, battendo il primato di Simon Schenk, che la guidò per sei anni e mezzo spalmati su due mandati. «Abbiamo trovato una soluzione ideale e corretta per tutti – aggiunge ‘Fischi’ –. Se non ho mai pensato di tornare ad allenare un club? Diciamo che sarebbe stato un peccato interrompe­re ora il rapporto con la Nazionale, e non avrebbe avuto senso ricomincia­re da zero. Senza contare che questo è il lavoro dei miei sogni, ed è pure un modo per restituire qualcosa all’hockey rossocroci­ato, che mi ha dato tantissimo».

Già cinque gli ‘epurati’: dopo Malgin sono Kukan, Schlumpf, Bodenmann ed Herzog. ‘È una questione di rispetto nei confronti della nazione’.

Risolta la questione, ora si pensa al futuro. «In questa squadra vogliamo solamente giocatori che si identifica­no al 100% con la Nazionale – spiega –. In altre parole, elementi che in passato hanno rifiutato delle convocazio­ni preferendo concentrar­si sui loro club non vengono più considerat­i. Di conseguenz­a, ci sono cinque giocatori che non fanno ormai più parte del progetto, cioè Denis Malgin, Dean Kukan, Simon Bodenmann, Dominik Schlumpf e Fabrice Herzog. Noi accettiamo qualsiasi decisione, esiste la libertà di scelta, ma poi – appunto – ci sono delle conseguenz­e.

È anche una questione di rispetto nei confronti dell’intera nazione. In questo senso vorrei citare gente come Roman Josi e Nino Niederreit­er, che sono dei grandi esempi: a loro non devo mai chiedere se ci vogliono venire oppure no, perché conosco già la loro risposta».

Al debutto stagionale, sul ghiaccio di Krefeld, dove gli elvetici affrontera­nno Slovacchia, Germania e Russia, Fischer ha intenzione di mandare in pista una squadra formata da molti giovani che affiancher­anno elementi d’esperienza. «A dicembre, per il torneo di Visp, convochere­mo invece soltanto i giocatori migliori, i più meritevoli». In attesa di poter contare in primavera anche sui rinforzi Nhl. Magari a cominciare da quel Nico Hischier che nel New Jersey ha appena firmato un contratto da sette anni a oltre cinquanta milioni di dollari. «Sono felice per lui, ma pure per la Svizzera, perché ora c’è un ostacolo in meno in prospettiv­a di una eventuale partecipaz­ione ai Mondiali», conclude ‘Fischi’.

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KEYSTONE E la Federhocke­y, spiega Weibel, ha dovuto fare uno sforzo. ‘Il valore di Fischer è aumentato e di molto in questi ultimi anni’

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