Percorso equilibrato: Carapaz e Sagan hanno detto sì
«Siamo il primo grande giro della stagione e nel disegnarlo è stato necessario tenere conto anche dell’altro appuntamento fondamentale della stagione, le Olimpiadi. Abbiamo dunque cercato di proporre un percorso impegnativo, ma equilibrato». Le parole di Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, danno un’idea di quello che sarà il Giro 2020 (103esima edizione), presentato ieri a Milano. Una corsa impegnativa, soprattutto nell’ultima settimana, ma non al di fuori dai canoni.
Si partirà con una tre giorni in Ungheria (prologo a Budapest), prima di rientrare in Italia dalla Sicilia (tre giornate nell’isola di Nibali con il primo arrivo in salita sull’Etna) e risalire la Penisola, con tappe adatte sia ai velocisti, sia ai finisseur. La 12ª frazione, con partenza e arrivo a Cesenatico, ricalcherà il percorso della Nove Colli. La crono più lunga (34,7 km) si disputerà nella 14ª frazione, tra Conegliano e Valdobbiadene. Il giorno dopo, primo arrivo in salita dell’ultima settimana a Piancavallo. Gli ultimi giorni, come sempre, decideranno dell’assegnazione definitiva della maglia rosa. Il 27 maggio oltre 5’000 metri di dislivello tra
Bassano del Grappa e Madonna di Campiglio. La 18ª frazione comprenderà invece lo Stelvio (Cima Coppi a 2’758 metri), prima della discesa su Bormio e della salita finale ai Laghi di Cancano. Il giorno seguente frazione per velocisti con arrivo ad Asti, prima del tappone finale da Alba al Sestriere con il Colle dell’Agnello (2’744 metri), l’Izoard, il Monginevro e la salita finale al Sestriere.
Domenica 31 maggio la chiusura in Piazza del Duomo con una crono di 16,5 km. In totale 3’579 km. Nel corso della presentazione hanno dato la loro disponibilità a prendere parte al Giro sia il vincitore dello scorso anno, l’ecuadoriano Richard Carapaz, sia il tre volte campione del mondo, lo slovacco Peter Sagan. A meno, hanno sottolineato entrambi, di inconvenienti dell’ultima ora.