Nel nido delle Aquile
Jan Cadieux dal Ticino alle Vernets: ‘Un buon inizio grazie alla sintonia’
Dai giovani di Biasca a quelli di Ginevra. Lasciato il Ticino, Jan Cadieux è tornato alle Vernets, quelle che l’avevano visto nei panni di giocatore per 8 stagioni, dal 2003 al 2012, per fungere da assistente di Patrick Emond. E, soprattutto, si è ritrovato in un’altra realtà che punta molto sui giovani. Non a caso, Emond alla panchina della prima squadra ci è arrivato dopo aver portato gli Juniores Elite del Ginevra alla conquista del titolo svizzero nelle ultime due stagioni. «Quando ci siamo trovati per discutere del mio eventuale ingaggio, mi sono subito trovato in sintonia con Emond – racconta Cadieux –. Avevamo una visione comune sullo sviluppo e la crescita sportiva dei giovani, cosa che ci ha permesso di trovare un buon feeling. Per noi è una bella sfida, considerato che ci troviamo per le mani forse il roster più giovane di tutto il campionato. Vogliamo costruire qualcosa di buono con una nuova generazione di giocatori». Con l’attuale quarta posizione in classifica il Ginevra Servette è da annoverare tra le belle sorprese di questa prima parte di regular season. «Abbiamo avuto i nostri alti e bassi: a un ottimo avvio ha fatto seguito una fase un po’ più difficile. Siamo partiti da lontano; praticamente il nostro è stato un nuovo inizio: ci resta ancora tanto da fare... Comunque, dove siamo arrivati finora ci può sicuramente soddisfare». Quello targato Emond-Cadieux è però un progetto che punta in alto... «Stiamo lavorando su un progetto di tre anni. Già in questo primo scorcio di stagione 2019/20 abbiamo notato due o tre giovani che hanno fatto un bel passo avanti. È una prima bella vittoria per noi, ma ora è importante continuare con questo lavoro. Sappiamo dove abbiamo cominciato, ma non siamo certo ancora dove vorremmo essere. L’obiettivo di ogni squadra è vincere, e con i giovani che ci sono qui a Ginevra, il potenziale per costruire una formazione che possa competere per il titolo tra tre anni c’è. Grazie ai due titoli Juniores, diversi di questi giovani hanno già una mentalità vincente. Logicamente, la nostra resta una proiezione ideale: è difficile dire ora con una certa attendibilità dove potremo essere fra tre anni. Basta la partenza di qualche giocatore di peso, in particolare di uno straniero, per scombussolare un po’ tutto, ragion per cui uno dei nostri primi obiettivi è tenere unito il più possibile il gruppo, curandone la maturazione».
Rispetto ai tempi del Jan Cadieux giocatore, è cambiato il club? «Assai. Del resto, fin dalla mia prima stagione qui alle Vernets da giocatore, è stato un susseguirsi ininterrotto di cambiamenti. Quando sono arrivato, la squadra era al suo secondo campionato in Lna, e a vedere le partite c’erano a malapena 2’500 tifosi. E la struttura societaria era molto più approssimativa di oggi. Come giocatore non vedevo molto di quanto avveniva dall’altra parte della balaustra, a livello dirigenziale; cose con cui oggi, invece, sono confrontato quotidianamente. Oggi il club è più strutturato e professionale, come del resto tutte le altre società di National League».