laRegione

5G, 6G… un affare colossale!

- Di Franco Losa, già docente di Scuola magistrale e Asp, Verscio

Ho letto con interesse, negli ultimi tempi, i vostri vari articoli sulla nuova tecnologia del 5G. Non ho la pretesa di esprimermi sugli aspetti tecnici. Mi permetto, però, di esprimere alcuni dubbi. Il processo di implementa­zione della nuova tecnologia rivela una mancanza di trasparenz­a e un’impazienza sospetta che sembra voler subordinar­e le preoccupaz­ioni per la salute delle persone a quella per gli affari.

Perché tanta fretta nel voler agire escludendo una moratoria (richiesta, tra l’altro, dall’Associazio­ne dei medici svizzeri)? L’Ufficio federale delle comunicazi­oni ha venduto le concession­i, attribuend­o le frequenze di telefonia mobile per il 5G. Dopo le reazioni di larga fascia della popolazion­e, ha rinviato, con evidente imbarazzo, la pubblicazi­one del Rapporto sugli effetti dell’irradiamen­to. Come mai, per un’operazione che cambierà il nostro futuro, i Cantoni , i Comuni e i cittadini, hanno così poco spazio di decisione e di partecipaz­ione democratic­a?

È sconcertan­te che, in alcune chiese del Cantone, antenne 5G siano state nascoste nei campanili. Come è possibile che il nostro Vescovo, abdicando al suo ruolo di difesa della sacralità di un simbolo e di un luogo che dovrebbe essere riservato alla dimensione spirituale, pur riconoscen­do che “mai nella Chiesa l’obiettivo primo deve essere quello di fare cassa a qualsiasi costo”, si trinceri dietro la legge affermando, in nome dell’avanzata della tecnologia, che: “Finora gli elementi a nostra disposizio­ne non facevano ritenere che fosse necessaria un’opposizion­e di principio” (cfr. l’articolo de “laRegione” del 3.9.19 a pag. 8). Ma non si tratta né di un problema di “beni ecclesiast­ici”, né di disquisire sugli aspetti tecnici della questione. Alla Chiesa e alla Curia, si chiede il coraggio di difendere i valori e i principi cristiani su cui è fondata!

Come mai raramente si parla dell’impatto ecologico che tale enfatizzat­a “rivoluzion­e” comporta? Indubbiame­nte il digitale offre grandi opportunit­à. Rimane il fatto che l’inquinamen­to digitale, l’impatto del “numerico” sul pianeta, corrispond­e a una volta e mezza l’impatto del traffico aereo mondiale (al 7% del consumo di elettricit­à e al 4% delle emissioni dei gas a effetto serra)! Queste moderne tecnologie porteranno certi Stati ad avere un controllo più forte e dettagliat­o sui cittadini con l’utilizzo delle telecamere di sorveglian­za con riconoscim­ento facciale. È ciò che già avviene in Cina. Chiediamoc­i, dunque, chi saranno i principali beneficiar­i delle rivoluzion­i 5G, 6G,… e se queste lo saranno per tutti, per la terra, o principalm­ente per coloro che diventano sempre più ricchi e che gestiscono un potere immenso, ben più importante degli Stati, arricchend­osi in modo indecente? Per le compagnie del digitale si tratta di un affare colossale. La sfida che viene proposta incremente­rà a dismisura il consumismo (un milione di dispositiv­i connessi per km2) e infierirà ancor più sul nostro pianeta sofferente.

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