5G, 6G… un affare colossale!
Ho letto con interesse, negli ultimi tempi, i vostri vari articoli sulla nuova tecnologia del 5G. Non ho la pretesa di esprimermi sugli aspetti tecnici. Mi permetto, però, di esprimere alcuni dubbi. Il processo di implementazione della nuova tecnologia rivela una mancanza di trasparenza e un’impazienza sospetta che sembra voler subordinare le preoccupazioni per la salute delle persone a quella per gli affari.
Perché tanta fretta nel voler agire escludendo una moratoria (richiesta, tra l’altro, dall’Associazione dei medici svizzeri)? L’Ufficio federale delle comunicazioni ha venduto le concessioni, attribuendo le frequenze di telefonia mobile per il 5G. Dopo le reazioni di larga fascia della popolazione, ha rinviato, con evidente imbarazzo, la pubblicazione del Rapporto sugli effetti dell’irradiamento. Come mai, per un’operazione che cambierà il nostro futuro, i Cantoni , i Comuni e i cittadini, hanno così poco spazio di decisione e di partecipazione democratica?
È sconcertante che, in alcune chiese del Cantone, antenne 5G siano state nascoste nei campanili. Come è possibile che il nostro Vescovo, abdicando al suo ruolo di difesa della sacralità di un simbolo e di un luogo che dovrebbe essere riservato alla dimensione spirituale, pur riconoscendo che “mai nella Chiesa l’obiettivo primo deve essere quello di fare cassa a qualsiasi costo”, si trinceri dietro la legge affermando, in nome dell’avanzata della tecnologia, che: “Finora gli elementi a nostra disposizione non facevano ritenere che fosse necessaria un’opposizione di principio” (cfr. l’articolo de “laRegione” del 3.9.19 a pag. 8). Ma non si tratta né di un problema di “beni ecclesiastici”, né di disquisire sugli aspetti tecnici della questione. Alla Chiesa e alla Curia, si chiede il coraggio di difendere i valori e i principi cristiani su cui è fondata!
Come mai raramente si parla dell’impatto ecologico che tale enfatizzata “rivoluzione” comporta? Indubbiamente il digitale offre grandi opportunità. Rimane il fatto che l’inquinamento digitale, l’impatto del “numerico” sul pianeta, corrisponde a una volta e mezza l’impatto del traffico aereo mondiale (al 7% del consumo di elettricità e al 4% delle emissioni dei gas a effetto serra)! Queste moderne tecnologie porteranno certi Stati ad avere un controllo più forte e dettagliato sui cittadini con l’utilizzo delle telecamere di sorveglianza con riconoscimento facciale. È ciò che già avviene in Cina. Chiediamoci, dunque, chi saranno i principali beneficiari delle rivoluzioni 5G, 6G,… e se queste lo saranno per tutti, per la terra, o principalmente per coloro che diventano sempre più ricchi e che gestiscono un potere immenso, ben più importante degli Stati, arricchendosi in modo indecente? Per le compagnie del digitale si tratta di un affare colossale. La sfida che viene proposta incrementerà a dismisura il consumismo (un milione di dispositivi connessi per km2) e infierirà ancor più sul nostro pianeta sofferente.