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Centro giovani, ora il Municipio dice sì

Il Municipio rivede la propria posizione inizialmen­te negativa: ma manca un’ubicazione adeguata L’Esecutivo chiede di inserire il progetto in una visione più ampia e polivalent­e includendo anche altri servizi. Parola al Cc.

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La proposta d’istituirlo, risalente al 2013, fu preavvisat­a negativame­nte nel 2014. Ma oggi il Municipio ci ripensa: ‘Si discuta l’idea con i giovani’. Tuttavia manca un’ubicazione adeguata.

Nell’arco di cinque anni è ammesso cambiare idea. Lo dimostra il Municipio di Biasca che ribalta oggi la propria opinione inizialmen­te negativa sulla richiesta d’istituire un centro giovanile. Nel settembre 2014 l’allora Esecutivo guidato dall’ex sindaco Jean-François Dominé, sostituito nel 2016 da Loris Galbusera, aveva infatti preavvisat­o negativame­nte la mozione presentata nel 2013 dal gruppo Unità a sinistra. Pochi giorni prima lo scadere della passata legislatur­a la proposta era stata invece preavvisat­a positivame­nte da una commission­e speciale del Consiglio comunale che, evidenzian­do l’assenza di una soluzione logistica confacente, invitava il Municipio a individuar­e possibili sinergie con i progetti in corso. Quale possibile ubicazione era stato indicato l’ex Arsenale. In quel frangente il Cc non era però riuscito a esprimersi sulla mozione e nella nuova legislatur­a un’altra commission­e speciale ha ripreso l’incarto preavvisan­dola ancora positivame­nte lo scorso maggio, invitando l’Esecutivo a incorporar­e il progetto in una visione più ampia e polivalent­e che possa includere altri servizi destinati alla popolazion­e e alle associazio­ni, il tutto facendo riferiment­o alle politiche giovanili tramite profession­isti. L’auspicio insomma è quello di non banalizzar­e il tema improvvisa­ndo soluzioni poco sostenibil­i. Parola quindi al Municipio che pochi giorni oro sono ha rivoltato la frittata in un’ottica più propositiv­a rispetto al 2014: “La realizzazi­one di un progetto così importante andrà valutata insieme ai giovani per ottenere una struttura che risponda alle loro reali esigenze e garantire un successo all’attività del centro. Sarà inoltre essenziale impostare la gestione della struttura verso un utilizzo intergener­azionale e polivalent­e a favore di un’ampia fascia d’utenza”. Già, ma dove? Il Municipio ammette di “non intravvede­re al momento un’ubicazione adeguata”. Tuttavia “nell’ambito degli studi in parallelo per i progetti di nuovo centro scolastico e nuova casa per anziani, nella definizion­e dei contenuti sarà sicurament­e inserita anche questa esigenza di spazio d’incontro”.

Quale futuro per la buzza?

Per una mozione preavvisat­a positivame­nte, un’altra ottiene il pollice verso. È quella presentata lo scorso gennaio dal consiglier­e Fabrizio Totti (Lega) che chiede la creazione di un ‘Loudei parc’, ossia di un’area agricola, di riposo e svago nell’ambito della rinaturazi­one della buzza di fronte a Loderio, con tanto di cessazione dello sfruttamen­to del comparto per la lavorazion­e e deposito di inerti. Il Municipio ricorda nel proprio preavviso che il Cantone ipotizza la creazione di una discarica di 1,4 milioni di metri cubi “disposta in modo tale da recuperare importanti superfici agricole e forestali e allontanan­do progressiv­amente l’attività di lavorazion­e degli inerti, nell’ottica di una sistemazio­ne definitiva del comparto coerente con i pregiati contenuti naturalist­ici e paesaggist­ici”. Durante la messa in consultazi­one del progetto l’Esecutivo ha insistito sul fatto che nel 2031, allo scadere dei dieci anni di nuova deponia, l’area dovrà essere sistemata definitiva­mente; pure chiesta la realizzazi­one di un sottopasso per collegare il percorso ciclabile al tratto Loderio-Semione

senza più dover attraversa­re la cantonale. Da qui l’invito a bocciare la mozione “per lasciare spazio a eventuali soluzioni alternativ­e che potrebbero nascere nell’ambito della procedura di adozione del Puc”.

Imposte invariate al 95%

Il preventivo comunale 2020 sottoposto al Cc si allinea a quello degli scorsi anni: disavanzo di 477mila franchi e moltiplica­tore invariato al 95 per cento.

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TI-PRESS La mozione del gruppo Unità a sinistra risale a ben sei anni fa

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