Ginevra contro Uber
Ginevra – Il Cantone Ginevra vieta a Uber di continuare la sua attività alle condizioni attuali, troppo precarie per i lavoratori attivi come autisti e corrieri. L’azienda californiana ha già annunciato che presenterà ricorso contro questa decisione del Dipartimento cantonale del lavoro.
Il consigliere di Stato Mauro Poggia – che ha rilevato il dossier da Pierre Maudet – ha confermato che il Cantone ha effettuato un’analisi giuridica del caso Uber. Sulla base dei risultati emersi, l’amministrazione cantonale ritiene che l’azienda debba essere considerata come un’impresa di trasporti, i cui conducenti devono essere trattati come dipendenti e non come partner. Uber deve quindi rispettare la legge cantonale sui taxi e i veicoli da trasporto con autista, come pure il Codice delle obbligazioni. Fino a quando non lo farà non potrà operare nel Canton Ginevra. L’azienda ricorrerà alla Camera amministrativa della Corte di giustizia di Ginevra contro il divieto, ha detto Luisa Elster, portavoce per la Svizzera. Il ricorso ha effetto sospensivo, quindi Uber può continuare la sua attività fino a quando non verrà presa una decisione giudiziaria.
Il Dipartimento del lavoro assicura che il divieto non è stato imposto alla leggera. Secondo Poggia, l’indipendenza dei conducenti proposta da Uber è solo una facciata. In realtà esiste un rapporto di subordinazione.
Una sconfitta in tribunale potrebbe costare caro all’azienda. Per evitare procedimenti penali, la società sarebbe costretta a pagare retroattivamente i contributi previdenziali dalla fine del 2014, data in cui si è insediata a Ginevra, ha osservato Poggia. L’amministrazione ginevrina ritiene inoltre che Uber non rispetti gli accordi bilaterali con l’Unione europea.