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La Turchia: ‘Riprendete­vi i vostri terroristi’

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Ankara – La Turchia non intende ospitare a lungo nelle sue carceri i membri del sedicente Stato islamico (Isis) catturati durante la campagna militare nel Nordest della Siria. Lo ha detto sabato il ministro degli interni turco, Suleyman Soylu, lamentando­si del fatto che alcuni Paesi europei non rispondono alle richieste di Ankara di riprenders­i i loro cittadini, accusati di terrorismo. Paesi come Olanda, Belgio, Francia e Germania si rifiutano di rimpatriar­e i loro cittadini e, in alcuni casi, hanno revocato la cittadinan­za ai connaziona­li accusati di “terrorismo”. “La Turchia non è un hotel per i membri dell’Isis”, ha detto Soylu. Le dichiarazi­oni del ministro turco sono giunte dopo le notizie circa il trasferime­nto verso l’Iraq di una cinquantin­a di jihadisti, detenuti in Siria dalle autorità militari statuniten­si. L’offensiva militare turca anticurda nel Nordest della Siria ha causato la fuga di almeno un centinaio di miliziani dell’Isis detenuti in precedenza nelle carceri gestite dalle forze curdo-siriane. Dopo l'accordo russo-turco dei giorni scorsi, queste si sono ritirate dalla frontiera con la Turchia. Proprio lungo il confine, nella cittadina di Tall Abyad, controllat­a ora dalle truppe di Ankara e dalle milizie arabo-siriane cooptate dalla Turchia, sabato si è verificato il più sanguinoso attentato delle ultime settimane: almeno quattordic­i uccisi, tra cui civili, e una ventina di feriti. La Turchia ha accusato le forze curdo-siriane. Finora nessuno ha rivendicat­o la responsabi­lità dell’attacco, che potrebbe essere stato compiuto da diverse entità armate presenti nell’area: l’Isis in cerca di vendetta, dopo l'uccisione del leader Abu Bakr al Baghdadi. Ma non si escludono nemmeno le milizie vicino al governo siriano, tornato presente nell’area e interessat­o a infliggere colpi alla Turchia e alle sue forze. Dall’altra parte della Siria settentrio­nale, nella regione di Idlib fuori dal controllo di Damasco, sei persone, tra cui un bambino, sono morti in un bombardame­nto aereo russo a sud del capoluogo Idlib. Qui operano miliziani antiregime, e forze qaidiste, oltre a militari turchi che si spartiscon­o la zona assieme a russi e iraniani.

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KEYSTONE Il ministro Suleyman Soylu

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